Caritas, in Italia ci sono quasi due milioni di famiglie povere, il reddito di cittadinanza non risolve tutti i problemi
Caritas, in Italia ci sono quasi due milioni di famiglie povere, il reddito di cittadinanza non risolve tutti i problemi Photo Credit: agenziafotogramma.it
17 ottobre 2022, ore 11:32 , agg. alle 11:54
Oggi si celebra la giornata internazionale di lotta alla povertà. La Caritas ha pubblicato un rapporto che evidenzia che in Italia quasi due milioni di persone sono in condizioni di povertà assoluta. Il Reddito di Cittadinanza aiuta poco meno della metà dei poveri
La situazione è grave e destinata a peggiorare nei prossimi mesi. Dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e il caro bollette. Il rapporto annuale della Caritas suona come un allarme: in Italia ci sono quasi due milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta. “Abbiamo abolito la povertà” annunciò qualche tempo fa il MoVimento 5 Stelle dopo il varo del Reddito di Cittadinanza: ma secondo la Caritas il sostegno aiuta meno della metà dei poveri.
POVERTA' IN AUMENTO
In occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, la Caritas ha pubblicato una serie di numeri, che risultano assolutamente significativi. Nel 2021 la povertà assoluta ha confermato i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Le famiglie in povertà assoluta risultano essere 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L'incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10%) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%). In riferimento all'età, i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all'età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1 milione e 400 mila bambini e i ragazzi poveri), all'11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all'11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over. Secondo il rapporto della Caritas l'incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone e nelle famiglie straniere. Ma spesso il problema riguarda anche piccoli nuclei familiari italiani. Un altro dato che spicca è il rapporto diretto tra povertà e bassi livelli di istruzione.
RISCATTO SOCIALE DIFFICILE
Un altro aspetto che emerge dallo studio della Caritas è che tendenzialmente chi nasce povero resta povero. Non in senso assoluto ma in una percentuale superiore al 50%. Il riscatto sociale dunque resta molto difficile, quasi impossibile se alla base c’è un livello basso di istruzione. Insomma, studiare è una delle poche speranze per chi nasce in un contesto di indigenza. La disoccupazione è naturalmente uno degli elementi alla base della povertà, ma hanno problemi economici anche i lavoratori, specie se non hanno una lato tasso di specializzazione. Nelle famiglie povere, quasi sempre le donne sono casalinghe.
REDDITO DI CITTADINANZA NON SUFFICIENTE
Gli interventi della rete Caritas sono stati numerosi e vari. Complessivamente, emerge dal nuovo Rapporto Caritas presentato oggi, risultano erogati nel 2021 quasi 1milione e mezzo di interventi: in molti casi si è trattato di erogazione di beni e servizi materiali ( mensa, pacchi viveri, buoni spesa), ma ci sono anche assistenza con docce e fornitura di vestiti, oltre che un aiuto psicologico. E secondo questo rapporto il Reddito di Cittadinanza aiuta poco meno della metà dei poveri assoluti: “La misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, - sottolinea il Rapporto - è stata finora percepita da 34,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti”. Per questo la Cei, Conferenza Episcopale Italiana, chiede che il Reddito di Cittadinanza vada assegnato prima di tutto ai poveri assoluti e non ai furbetti.