19 ottobre 2022, ore 16:00
Dietro il caro bolletta potrebbe nascondersi anche una condotta impropria delle società fornitrici di energia e gas nei confronti dei consumatori. Lo rivela l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha avviato le procedure istruttorie nei confronti di 4 società.
Ormai è risaputo, il 2023 sarà l’anno delle maxi stangate sulle bollette. Tra metodi su come limitare i consumi e grattacapi vari ed eventuali per rientrare nelle spese, si aggiunge anche il dover fronteggiare possibili violazioni da parte delle società fornitrici di energia e gas.
L’intervento dell’Antitrust
A lanciare l’allarme è stato l’Antitrust, che intende verificare se siano state attuate condotte non rispettose dei diritti dei consumatori che si sarebbero ritrovati a pagare bollette più salate senza aver sottoscritto nessuna modifica di contratto.
L’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato, infatti, ha avviato un'istruttoria su 4 società fornitrici di energia e gas. Le società di riferimento sono Iren, Dolomiti, Iberdrola ed E.ON. Inviata anche una richiesta di informazioni ad altre 25 società. In questo caso, sotto la lente sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura delle materie, in contrasto con il Decreto Aiuti bis.
I dettagli dell’Istruttoria
In particolare, a Iberdrola e ad E.ON. viene contestata la comunicazione con cui le società hanno rappresentato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, in alternativa all’accettazione di un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori.
A Dolomiti, invece, viene contestata l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data.
A Iren, infine, viene contestata la comunicazione relativa alla asserita scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso con la contestuale prospettazione delle nuove e peggiorative condizioni economiche di offerta, in alternativa alla facoltà del cliente di recedere dalla fornitura.
A Iberdrola e Dolomiti viene anche contestata l’ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale, in espressa e grave contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l’energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili.
Dopo aver sentito le imprese e consentito loro, entro breve termine, l’esercizio del diritto di difesa, l’Autorità concluderà i sub-procedimenti valutando se ricorreranno i presupposti per adottare eventuali provvedimenti cautelari.