19 marzo 2019, ore 10:29
Chiuse le indagini, nel filone d’inchiesta sui presunti tentativi di depistaggio, seguiti al decesso del giovane. Pesanti le accuse
La procura di Roma ha chiuso l’indagine sui presunti depistaggi nell’ambito del caso della morte di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni, morto il 22 ottobre 2009, dopo essere stato arrestato per droga. A rischiare il processo, sono otto carabinieri, fra cui il generale Alessandro Casarsa, allora comandate del Gruppo Roma, Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Le accuse, pesanti, variano a seconda delle posizioni di ciascuno e vanno dal falso al favoreggiamento, dall’omessa denuncia alla calunnia. La morte di Stefano Cucchi fu frettolosamente archiviata e solo anni di instancabile attivismo della famiglia e in particolare della sorella Ilaria hanno permesso di arrivare alla cancellazione delle sentenze di assoluzione, ai nuovi filoni d’indagine, a carico dei militari dell’Arma e all’apertura del processo-bis.