19 dicembre 2024, ore 17:30
La sentenza del processo è stata letta davanti a Gisele e ai figli della coppia. Condannati anche 50 uomini che hanno partecipato alle violenze. Il marito condannato anche per diffusione di materiale pornografico
Un caschetto rosso fuoco e un sorriso che si apre su un volto segnato dal tempo, si fanno spazio tra una folla di gente che grida il suo nome sotto il palazzo di Giustizia di Avignone, in Francia. Gisèle Pelicot, 72 anni, è la donna alla quale il marito somministrava a sua insaputa un farmaco per renderla incosciente al fine di violentarla e per permettere a decine di sconosciuti di stuprarla a loro volta, gli abusi sono andati avanti per 10 anni.
LA CONDANNA DI DOMINIQUE
Dopo un processo iniziato il 2 settembre, oggi la sentenza. Il massimo della pena del sistema giudiziario francese per l’ex coniuge Dominique: 20 anni di carcere. Il verdetto è stato letto davanti a Gisele e ai loro 3 figli. “Questo processo è stato una prova molto dura” ha dichiarato Gisele alla fine del pronunciamento, “penso ai miei tre figli, David, Caroline e Florian. Penso ai miei nipotini perché loro sono il futuro ed è per loro che ho condotto questa lotta". "Voglio esprimere la mia più profonda gratitudine a tutte le persone che mi hanno sostenuta durante questa prova. Ringrazio l'associazione di aiuto alle vittime il cui sostegno senza sosta è stato inestimabile. Ringrazio i giornalisti per aver trattato questo processo in modo fedele e dignitoso", ha aggiunto la donna.
LE ALTRE CONDANNE
La sentenza ha, poi, condannato 49 uomini per stupro aggravato insieme a Pelicot, e uno per aggressione sessuale: era accusato di aver violentato più volte e fatto violentare sua moglie da Dominique Pelicot, dopo averla addormentata con lo stesso metodo e per questo è stato inserito nello stesso processo: è stato condannato a 12 anni di prigione. I pubblici ministeri avevano chiesto per lui 17 anni. Si stima che altri trenta abbiano partecipato alle violenze e siano riusciti a sfuggire all’identificazione e al processo.
LA PORNOGRAFIA
Dominique Pelicot, 72enne come la moglie, è stato inoltre riconosciuto colpevole di diffusione di materiale pornografico per aver registrato immagini non solo di Gisele, ma anche della figlia Caroline e delle due nipoti mentre erano addormentate, nude o in biancheria intima e averle caricate sul web. L’uomo presente in aula, è rimasto silenzioso. L’ultima sua dichiarazione risale a lunedì scorso, quando aveva dichiarato che la “privazione di non vedere più la propria famiglia è peggiore della privazione della libertà” e ha concluso “voglio dire tutta la mia famiglia che li amo, avete il resto della mia vita nelle vostre mani”
IL CORAGGIO DI GISELE
La sentenza per molti viene percepita come storica, Gisele è diventata in Francia e non solo un simbolo di dignità e coraggio grazie alla decisione di rinunciare al suo diritto all’anonimato, e quindi di pretendere un processo pubblico, e grazie alla determinazione di testimoniare nonostante il dolore vissuto. Gisele ha voluto che fossero proiettate le immagini delle violenze sessuali in aula “perché” ha dichiarato “a vergognarsi devono essere loro”.