Caso Peng, Pechino attacca la Women’s Tennis Association, dopo lo stop ai tornei in Cina

Caso Peng, Pechino attacca la Women’s Tennis Association, dopo lo stop ai tornei in Cina

Caso Peng, Pechino attacca la Women’s Tennis Association, dopo lo stop ai tornei in Cina


Ancora dubbi sulla giocatrice dopo una nuova videochiamata con il Comitato Olimpico Internazionale

Il governo di Pechino ha accusato la Women's Tennis Association di politicizzare lo sport, dopo la decisione presa dalla Wta di sospendere tutti i tornei in Cina e a Hong Kong, per la nota vicenda della tennista Peng Shuai, l’ex campionessa mondiale nel doppio che non si è più vista in pubblico da quando ha denunciato di aver subito violenze sessuali dall’ex vicepremier cinese Zhang Gaoli. Il ceo della Wta, Steve Simon, annunciando lo stop alle competizioni, aveva detto chiaramente che il messaggio di Peng Shuai, pubblicato sui social il 2 novembre scorso e poi rimosso, doveva essere ascoltato e preso sul serio. La Cina, dunque, ha fatto orecchie da mercante, passando al contrattacco, puntando a sua volta il dito contro il mondo del tennis femminile, mentre permangono dubbi sulle reali condizioni dell'atleta 35enne. Accuse alla Wta sono arrivate anche dalla  Federtennis cinese, che dopo la sospensione dei tornei, ha parlato di decisione presa dalla Women's Tennis Association su base di informazioni fittizie, che danneggia sia Peng Shuai  sia tutte le altre tenniste . 


Djokovic dalla parte di Peng, sostiene la Wta

"Sostengo pienamente la posizione della Wta che ha sospeso i tornei in Cina, perché non conosciamo la situazione di Shuai e in che condizioni si trovi. La sua salute è importante per il mondo del tennis. Una cosa del genere non deve accadere". Così Novak Djokovic a Madrid, a margine della Coppa Davis, mostrando una grande sensibilità rispetto a un caso che coinvolge i massimi vertici cinesi.


Nuovi contatti ma permangono i dubbi

Il Comitato Olimpico Internazionale ha reso noto di aver parlato di nuovo con tennista cinese Peng Shuai, ieri in una videochiamata. Sembrava che stesse bene e in un luogo sicuro, data la situazione difficile in cui si trova, ha fatto sapere il Cio che in una nota ha anche respinto le accuse di compiacenza con la Cina. "Condividiamo la stessa preoccupazione di molte altre persone e organizzazioni per il benessere e la sicurezza di Peng Shuai, abbiamo optato per un approccio  centrato sulla persona" si legge nel documento. Il Comitato Olimpico ha riferito di aver concordato un nuovo incontro di persona con Peng Shuai per il prossimo mese di  gennaio. 





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