15 marzo 2019, ore 19:00 , agg. alle 21:09
La modella, testimone chiave dell'accusa nel processo sulle serate ad Arcore, aveva detto ai suoi familiari che temeva di essere stata avvelenata
La procura di Milano ha aperto un’indagine per omicidio volontario sulla morte di Imane Fadil, la modella di origini marocchine di 34 anni testimone chiave dell’accusa nei processi sul caso Ruby. La donna è morta lo scorso primo marzo all’Humanitas di Rozzano, nel milanese, dove era stata ricoverata a fine gennaio. Imane Fadil aveva detto ai suoi familiari e avvocati che temeva di essere stata avvelenata. La giovane, che è stata parte civile nel processo Ruby bis sulle serate a luci rosse a casa di Silvio Berlusconi, si è sentita male a casa di un amico, ma già prima aveva avuto sintomi collegabili a un avvelenamento. Anche la cartella clinica confermerebbe questa ipotesi. Sarebbe forse stata intossicata da sostanze radioattive.