Caso Ultras, Andrea Abodi a RTL 102.5: “Punto di non ritorno, ora serve introdurre la carta dei doveri, è sul mio tavolo”
02 ottobre 2024, ore 10:30
E sulla leva militare obbligatoria: “Ad ora nessun ragionamento strutturato, ma se ne potrebbe parlare”
Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, è intervenuto nel corso di "Non Stop News" su RTL 102.5, con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro.
La guerra in Medio Oriente: “Speriamo prevalga il senso umano”
“La guerra in Medio Oriente è una grande preoccupazione, tutto appare così disumano. Speriamo che prevalgano le ragioni della pace, il lavoro che si sta facendo a livello diplomatico va in questa direzione. Ogni piccolo contributo è necessario, dopodiché si tratta di sperare che prevalga il senso umano”.
Servizio civile agricolo: “Ricevuto il quadruplo delle domande rispetto ai posti”
“In questi giorni ci sono state molte caricature e molta disinformazione su uno dei tanti volti del Servizio Civile Universale, che invece negli ultimi due anni ha dato risultati di straordinaria partecipazione. È un'opportunità che abbiamo cercato di valorizzare. Non a caso, i bandi attualmente attivi hanno ricevuto quasi il quadruplo delle domande rispetto ai posti disponibili. I giovani stanno comprendendo l'importanza di un servizio civile che, tra l'altro, li coinvolge in progetti di pubblica utilità, non commerciali, banditi e gestiti da enti del Terzo Settore. Perciò, la caricatura di essere sottopagati, precari, o addirittura del caporalato, mi sembra di cattivo gusto, e tradisce lo spirito dello strumento e la fiducia che i giovani stanno riponendo in esso. È un modo per declinare il servizio civile agricolo, come abbiamo già fatto per il digitale, a livello ambientale e ora per il Giubileo. Il servizio civile agricolo apre una relazione nuova e diversa di conoscenza e servizio, anche nel rapporto con la terra in tutte le sue espressioni”.
Leva militare obbligatoria: “Se ne potrebbe parlare”
“Il servizio civile è nato dalla logica dell'obiezione di coscienza, ma si è trasformato negli anni in un servizio alla comunità. Il merito che vogliamo rivendicare è il collegamento tra il servizio civile e le prospettive nel mondo del lavoro, perché la certificazione delle competenze vanno nella direzione di accompagnare i giovani verso l'occupazione. Non mi sembra una questione su cui fare caricature. Al momento non c'è nessun elemento che porti a un ragionamento strutturato sul ripristino della leva obbligatoria, e non capisco la strumentalizzazione con cui viene utilizzata questa ipotesi. Se ne potrebbe anche parlare, non è che il tema non meriti approfondimento, soprattutto in questi tempi, che sono di pace auspicata ma di guerra dichiarata e praticata. Abbiamo sempre questa capacità di essere speculativi su argomenti che potrebbero essere affrontati senza dividere maggioranza e opposizione, perché riguardano l'interesse nazionale”.
Caso ultras: “Punto di non ritorno”
“Bisogna proseguire con le azioni intraprese dalle attività giudiziarie, perché quello che è emerso, ormai in modo clamoroso, è che lo stadio è frequentato da soggetti che non hanno nulla a che fare con il calcio e con la passione per la propria squadra. Non hanno nulla a che fare con bambini e famiglie che vogliono andare allo stadio per gioire, tifare e soffrire calcisticamente, ma certo non per essere complici o vittime di angherie, violenze e minacce, come spesso è accaduto. Mi sembra che i fatti di questi giorni rappresentino un punto di non ritorno. Si va avanti, le misure saranno giuste; non è necessario parlare di misure esemplari, basta applicare le norme, assicurandosi che queste non prevedano il rilascio in caso di arresto immediato. La volontà del Ministro Piantedosi, con il supporto mio e del Ministro Nordio, è di procedere, perché vogliamo fare ciò che avremmo dovuto fare già da molti anni. Mi auguro che i fatti confermino quanto detto”.
La responsabilità dei club
“Sottovalutare questi casi e voltarsi dall’altra parte non è mai conveniente, e tradisce la memoria di persone che, per non voltarsi dall’altra parte, hanno perso la vita. A partire da Falcone e Borsellino, che hanno sacrificato la propria vita per la nostra sicurezza e legalità. Ci troviamo di fronte a una questione di criminalità, e va affrontata con fermezza, valori, principi, coerenza e continuità nel tempo. I club devono considerare due aspetti: le indagini dimostreranno se hanno avuto responsabilità o meno, ma anche i club non coinvolti direttamente possono dimostrare coerenza con i principi che auspichiamo, utilizzando lo strumento del "non gradimento", già adottato da due società. Questo permette loro di escludere dagli stadi persone condannate o che hanno avuto comportamenti inadeguati, rompendo definitivamente il legame tra delinquenti e tifosi. Questa vicenda deve essere un monito per tutte le società: non basta dichiarare la propria estraneità, bisogna agire. Secondo me, prima di tutto bisogna richiamare alla responsabilità i tesserati. Sono professionisti, e non hanno solo doveri in campo, ma anche verso il mondo esterno. Non devono intrattenere rapporti con persone dalle caratteristiche moralmente discutibili. Serve maggiore informazione interna e responsabilizzazione”.
La carta dei doveri
“Mesi fa avevo parlato di una carta dei doveri, che è ancora sul mio tavolo. Probabilmente va ripresa, promossa e sottoscritta da tutti i tesserati, che devono sapere che certi comportamenti non sono tollerabili e che certi rapporti non vanno intrapresi. Questo vale anche per altre questioni, non solo legate al calcio, come le scommesse, i pagamenti in nero e tutti i comportamenti che non rispettano le norme. Forse i contratti dei professionisti su questi aspetti sono un po' sfumati, ma è necessario evidenziare chiaramente quali siano i doveri dei professionisti e favorire la collaborazione con le forze dell’ordine, senza paura o reticenza”.