03 febbraio 2023, ore 10:05
Alessandro Cecchi Paone è stato ospite di RTL 102.5 in ‘Giletti 102.5’ con Massimo Giletti e Luigi Santarelli per discutere del “caso Cospito” e delle proteste da parte degli anarchici che da giorni stanno preoccupando l’Italia.
«Credo che si potesse prevedere uno sviluppo di questo genere. È una situazione brutta, non vedo come si possa uscirne senza danni per le istituzioni». Esordisce così Alessandro Cecchi Paone a RTL 102.5 in merito alle tensioni create da parte di gruppi anarchici a sostegno di Alfredo Cospito. «La lotta alla mafia, con la cattura di Matteo Messina Denaro, aveva avuto una svolta spettacolare. È strano che non si sia riusciti a trarre un vantaggio positivo», continua.
Da mesi, Alfredo Cospito sta portando avanti uno sciopero della fame per chiedere l’abolizione della misura carceraria, smuovendo le masse anarchiche a manifestazioni in suo sostegno. «Questo fa parte della storia di questa forma di anarchia», dice Cecchi Paone. «È facile capire che ci sono tanti modi per fare uno sciopero della fame. Pannella non ha mai usato lo sciopero della fame come un atto di violenza contro lo Stato o le Istituzioni, la individuava come la forma più alta di non-violenza. Nel caso Cospito c’è una violenza generalizzata che gira intorno a questo sciopero della fame. Bisognava evitare di arrivare a questo punto, 40 kg persi sono una minaccia nei confronti dello Stato. Se Cospito dovesse morire sarebbe un disastro perché porterebbe ad una situazione di tensione senza fine nelle piazze. Io sono per il 41-bis, inventato da nostri eroi come Falcone e Borsellino per evitare che dal carcere mafiosi e terroristi potessero dirigere le loro azioni. Ma Cospito non deve morire, per evitare l’effetto martirio. Esiste questa fascia grigia di gente che vorrebbe cedere, in Italia c’è sempre stata, pensiamo alle Brigate Rosse, siamo di nuove in questa situazione», aggiunge.
Sulla questione Donzelli-Delmastro Alessandro Cecchi Paone dichiara: «Vengo da una storia di giornalismo politico in cui in passato Donzelli o Delmastro sarebbero stati invitati dalla stessa Meloni a trarre le conseguenze e a sbloccare la situazione con un atto di dismissioni. La prassi e il buon senso vorrebbero il sacrificio di uno dei due per allentare tutte le tensioni», conclude.