Censis. Italia segnata dalla 'Sindrome galleggiamento', stretta tra record positivi e negativi

Censis. Italia segnata dalla 'Sindrome galleggiamento', stretta tra record positivi e negativi

Censis. Italia segnata dalla 'Sindrome galleggiamento', stretta tra record positivi e negativi   Photo Credit: Fotogramma.it


06 dicembre 2024, ore 14:00

La diagnosi che arriva dal Rapporto Censis nel capitolo "La società italiana al 2024" che fotografa la situazione sociale del Paese. Ceto medio sfibrato e redditi calati del 7% in 20 anni

Ne bene ne’ male. A livello economico il nostro Paese non cresce ne arretra: tra le cose positive il Censis annovera l’occupazione e il turismo estero tra quelle negative denatalità, debito pubblico e partecipazione democratica. E’ un’Italia che dunque galleggia, tra le principali ombre che troviamo nel 58mo rapporto il crollo del 7% dei redditi in 20 anni, il 45,7% delle famiglie dichiara consumi in aumento nel corso di quest’anno rispetto al 2023. E per oltre la metà calano i risparmi. Un paese in crisi culturale, ad esempio per il 32% la Cappella Sistina è stata affrescata da Giotto o da Leonardo. E’ una società la nostra in cui crescono del 9% i telespettatori. Anche la radio mantiene complessivamente i suoi ascoltatori. Oltre il 69% la segue in automobile, un valore che di fatto torna ai livelli prima della pandemia. 

TEMI INTERNAZIONALI, CRISI DEL CETO MEDIO E MIGRANTI

I numeri mettono in evidenza alcuni capitoli. Sfiora il 50% il numero dei nostri connazionali secondo cui il futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico e dagli eventi atmosferici catastrofici, ma anche, per oltre il 45%, dagli esiti della guerra e dal rischio di crisi economiche e finanziarie globali. Poi il tema dei migranti: più della metà degli italiani si sente minacciato da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano consolidato.

BENE NUOVE GENERAZIONI SU LINGUA STRANIERA

Gli italiani che parlano una lingua straniera abbastanza bene da partecipare a una conversazione sono il 44% della popolazione, meno della media Ue: 59%. Tuttavia a farci fare bella figura sono i 15-39enni: il 69% parla almeno una lingua straniera. A fronte del 50% dei 40-54enni e del 22% dei 55enni e oltre. 

I GIOVANI E LE PIATTAFORME ONLINE

Le abitudini dei giovani (tra i 14 e i 29 anni) si consolidano e il mezzo più usato è WhatsApp -la percentuale è del 93%-, mentre il 79,3% utilizza YouTube e il 72,9% Instagram. In lieve flessione, oltre a Facebook (passato dal 51,4% di utenti in questa fascia d'età nel 2022 al 50,3%), anche  X/Twitter (dal 20,1% al 17,2%).


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