13 ottobre 2022, ore 20:00
Si cerca di capire di chi sono quei 16 voti che hanno permesso al cofondatore di Fdi di diventare il numero uno di Palazzo Madama senza le preferenze di Fi. Gli indizi puntano sul Terzo Polo che però smentisce seccamente, sia con Renzi che con Calenda
Alla fine di una giornata al cardiopalmo, i rapporti fra alleati della maggioranza di governo sono già sufficientemente tesi, come dimostra il 'vaffa' pronunciato da Silvio Berlusconi mentre era in corso la votazione tutta a favore di Ignazio La Russa, poi eletto presidente del Senato grazie anche i voti dell’opposizione.
I franchi tiratori
Pertanto, si cerca di capire di chi sono quei 16 voti che hanno permesso al cofondatore di Fratelli d’Italia di diventare presidente di Palazzo Madama senza le preferenze di Forza Italia. Gli indizi puntano sul Terzo Polo, che però smentisce seccamente, a partire da Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ma le frizioni sull’elezione del presidente del Senato testimoniano tuttavia lo stato di salute della nuova maggioranza, nella quale Silvio Berlusconi e Matteo Salvini di fatto fanno fatica ad ambientarsi. Non hanno più un ruolo di primo piano, hanno pretese reputate eccessive, e Giorgia Meloni ha fatto capire ampiamente che non li accontenterà (a questo punto viene da valutare che le ambizioni di Licia Ronzulli, che Berlusconi vorrebbe ministro della Salute, o in un altro dicastero pesante, non saranno accontentate).
Meloni
Da parte sua Giorgia Meloni in questi giorni ha cercato anche di sparigliare le carte, dando la disponibilità a indicare Giancarlo Giorgetti come ministro dell’Economia, dalla Lega però si sono affrettati a precisare che non sarebbe in quota Carroccio. Ma fonti di Fratelli d’Italia comunque rassicurano che quando sarà chiamata dal Colle tutto sarà pronto: fatto sta che intanto gli stracci sembrano continuare a volare.
Senato
Insomma, come anticipato prima Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato con 116 voti, con un "aiutino" da parte dell'opposizione, da cui sono arrivati 17 voti. A Palazzo Madama il centrodestra può contare su 66 voti di Fdi, 29 della Lega, 2 dei centristi e 18 di Forza Italia. Tra gli azzurri, però, oggi hanno votato solo Silvio Berlusconi ed Elisabetta Casellati. Dando per scontato che entrambi abbiano votato la russa, il totale fa 99,17 voti in meno rispetto a quanti alla fine ottenuti dal senatore di Fratelli d'Italia. Impossibile sapere da chi siano arrivati. A caldo, tutti hanno puntato il dito sul terzo polo, ma sia Carlo Calenda che Matteo Renzi respingono l'accusa: "Non siamo stati noi, quando faccio queste cose le rivendico", ha assicurato il senatore fiorentino. Comunque sia, i voti di Azione e Iv (9) non sarebbero stati sufficienti.
5S
Il M5s esclude che l'aiuto sia arrivato dai propri banchi: "Primo giorno di legislatura e per qualcuno è già cominciata la finta opposizione fatta dei soliti giochini di palazzo. Il dato certo è che alla prima prova il centrodestra si è già diviso". Anche il Pd si chiama fuori, con Dario Franceschini: "C'era l'occasione di mettere in difficoltà la maggioranza facendo partire la legislatura con una spaccatura. Chiunque sia stato non capisce nulla di politica", commenta il ministro dei Beni culturali uscente. La verità non verrà mai fuori, ma sicuramente la prima seduta delle nuove Camere parte subito tra accuse incrociate e veleni. Ma per domani l’intesa c’è e sarà la volta buona per assegnare la presidenza di Montecitorio: Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega e più volte ministro, è in pole position, scavalcando così alla fine il collega di partito Riccardo Molinari.