Cestista di Milano placca il ladro che ha rubato la borsetta alla mamma Photo Credit: agenziafotogramma.it
18 giugno 2024, ore 17:00
Giovanni Tam, 21 anni, alto 208 centimetri, acchiappa il ladro tra gli applausi dei presenti
Performance da applausi in Corso Genova a Milano.
IL FURTO
Una signora accosta la sua auto vicino al portone di casa, dove scarica la spesa. Il tempo di portarla vicino all’ascensore, tornare alla vettura e scoprire che la borsa lasciata sul sedile per pochi istanti non c’è più. Rassegnata, sale in macchina e va a parcheggiare. Tornando verso casa a piedi, in una via laterale, vede due persone su una panchina con la sua borsa, intenti a spartirsi il bottino. La signora resta lucida, si apparta e chiama il marito e il figlio in soccorso.
I GIGANTI
La famiglia Tam, ha una particolarità che la contraddistingue: in tutto, sommate le loro altezze, misurano oltre 6 metri. Il figlio, Giovanni, fisico da atleta, distribuito su un’altezza non comune, giocatore di basket all’Amherst College negli USA, raggiunge la madre, che nel frattempo, aveva affrontato i malviventi ed era riuscita a farsi restituire i documenti, ma non il resto. Con l’avvicinarsi del gigante, i due iniziano a correre in direzioni opposte. Giovanni, sceso a torso nudo e in ciabatte, insegue quello con la refurtiva. Come in una scena di un film, il ragazzo sfila le pantofole e, a piedi nudi, mette il turbo, sotto lo sguardo attonito dei presenti. Raggiunge il ladro e lo atterra, prende un pugno, ma non molla. Recupera la refurtiva tra gli applausi della gente, mentre arrivano, trafelati i genitori increduli.
LA SCELTA DI NON DENUNCIARE
Il ladro, malcapitato -vista la scelta della vittima-, prega di non denunciarlo: è appena uscito dal carcere e sta per iniziare una messa alla prova importante per la sua vita. I tre giganti si consultano e decidono di dargli fiducia, confidando che l’esperienza a lieto fine possa servire da monito ed incoraggiamento per il futuro all’uomo pentito.
Giovanni è scosso, ma lucido abbastanza per raccontare che il senso di ingiustizia e la rabbia lo hanno spinto a correre più forte che poteva, quando lo ha preso, però, si è limitato ad immobilizzarlo.
In fin dei conti per il mariuolo una giornata nemmeno troppo sfortunata: ha incontrato un gigante buono.