12 febbraio 2022, ore 13:00
Secondo il centro studi degli artigiani di Mestre, i rincari dei prodotti energetici rischiano di mandare in ginocchio interi distretti produttivi . Secondo il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sono necessari interventi mirati ai singoli settori in crisi, ma non misure generalizzate che provocherebbero ulteriori tensioni sui prezzi
Rischia di non bastare l’intervento tra i 5 e i 7 miliardi di euro annunciato dal governo per fronteggiare il caro bollette. L’allarme è arrivato dal Centro studi della Cgia di Mestre che ha effettuato una prima stima di quanto peseranno i rincari sui conti delle imprese: Nel primo trimestre di quest'anno saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019, ben 14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas. Togliendo a questo importo 1,7 miliardi di misure di mitigazione già introdotte dal Governo nelle settimane scorse, nel primo trimestre 2022 le aziende dovranno pagare cifre extra pari a 13 miliardi: una batosta che rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende. impressionanti i dati diffusi da Assolombarda, secondo cui gli aumenti dei prezzi del gas, rispetto al periodo pre-covid hanno registrato un + 660%.
Colpiti i settori "energivori"
A subire maggiormente le conseguenze del caro bollette sono, ovviamente, tutti i settori energivori, come quelli del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l'alimentazione, la chimica. Secondo il Centro studi degli artigiani di Mestre, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l'alimentare, il commercio, alberghi, bar-ristoranti e altri servizi come cinema, teatri, discoteche e lavanderie. Gli aumenti, dunque, potrebbero far saltare interi distretti produttivi : Cartario di Lucca-Capannori; Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova; Metalli di Brescia-Lumezzane; Metalmeccanico basso mantovano e di Lecco; Piastrelle di Sassuolo; Termomeccanica Padova; Vetro di Murano. Ad aggravare ulteriormente la situazione anche i rincari dei carburanti che potrebbero pesare in particolare sul trasporto su strada, l’agricoltura e la pesca . In questo caso gli aumenti registrati per il gasolio per autotrazione è del 22% nell’ultimo anno. E il trend è in continua crescita.
" Interventi mirati"
La speranza per le imprese è che la fiammata dei prezzi possa esser limitata a pochi mesi, anche se le prospettive di un conflitto in Ucraina non permettono grande ottimismo. Secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto al Forex di Parma, bisognerà monitorare attentamente la situazione anche per evitare una spirare di aumenti. Visco giudica con favore interventi mirati sul caro bollette o su singoli settori in difficoltà ma dice di no a generali misure "generalizzate di stimolo" che determinerebbero tensioni sui prezzi e rischi "per l'equilibrio dei conti pubblici"