"Chiedo scusa alla famiglia": a Civitanova Marche si ricostruisce l'omicidio di Alika Ogorchukwu. Una tragedia per futili motivi

"Chiedo scusa alla famiglia": a Civitanova Marche si ricostruisce l'omicidio di

"Chiedo scusa alla famiglia": a Civitanova Marche si ricostruisce l'omicidio di


In corso la conferenza stampa in Commissariato. Fondamentali telecamere e testimoni. I cittadini manifestano contro una violenza cieca. Intanto l'aggressore andrà davanti al giudice lunedì

A Civitanova Marche è il momento della ricostruzione. Dopo lo shock che ha travolto la città nelle scorse ore, si tenta di capire cosa abbia spinto Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, 32enne originario di Salerno, a picchiare con una stampella Alika Ogorchukwu, nigeriano di 39 anni, fino ad ucciderlo. Al Commissariato in corso una conferenza stampa per chiarire la dinamica dell'omicidio.


“NESSUN ODIO RAZZIALE MA FUTILI MOTIVI”

Non ci sarebbero motivi legati all’odio razziale dietro il brutale omicidio di Alika Ogorchukwu. "Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara. Tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l'elemosina". A raccontarlo sono Matteo Luconi, Dirigente della Squadra Mobile di Macerata e Fabio Mazza, capo del Commissariato di Civitanova Marche.


DINAMICA RICOSTRUITA GRAZIE A TESTIMONI E TELECAMERE

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo "ha inseguito la vittima, l'ha colpita con stampella” facendola cadere a terra e “l'ha finita colpendola a mani nude. Poi le ha sottratto il telefono cellulare". È questa la dinamica dell’omicidio, come ricostruito dagli inquirenti. La stampella apparteneva allo stesso Alika, claudicante a seguito di un incidente stradale. Un’agonia durata tra i tre e i quattro minuti, per un’aggressione accaduta in pieno centro città, in una zona coperta dai sistemi di videosorveglianza e a cui hanno assistito molti passanti. Testimonianze che adesso saranno centrali, insieme alle immagini delle telecamere, per chiarire la dinamica del pestaggio.


IL DRAMMA NELL’INDIFFERENZA

Tanti i testimoni, tra cui qualcuno che ha ripreso la scena con il telefonino. Ma nessuno è intervenuto per fermare una violenza cieca. Questa l’accusa rivolta da un gruppo di manifestanti nigeriani che ha bloccato un angolo di Corso Umberto, la strada che conduce alla piazza teatro dell’omicidio. Esposti scatti dell’aggressione, foto del morto. Qualcuno grida anche insulti contro gli italiani, suscitando le proteste di alcuni commercianti. Intanto una delegazione è salita in Comune, dal sindaco Fabrizio Ciarapica. Tra i presenti c’è anche Charity Oriachi, la moglie di Alika, insieme al figlio Emmanuel.


PER L'AGGRESSORE SCUSE E PERIZIA PSICHIATRICA

"L'ambulante chiedeva insistentemente l'elemosina e ha anche tenuto per un braccio la mia fidanzata". É questa la spiegazione fornita da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, che tramite i suoi legali chiede scusa alla famiglia della vittima. Intanto per lui l’accusa è di omicidio volontario e rapina. L’udienza di convalida del fermo è prevista per lunedì. Secondo fonti legali, gli avvocati della difesa potrebbero chiedere per Ferlazzo una perizia psichiatrica, per verificare eventuali problemi psichici già emersi in passato.



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