11 novembre 2024, ore 14:30
La sentenza della Corte d'Assise dovrebbe arrivare il 25 novembre, ma non è escluso che sia anticipata ad oggi. Intanto il pm chiede l'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno
E' stato chiesto l'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno per Alessandro Impagnatiello accusato di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese del loro figlio, Thiago. 37 coltellate sferrate senza pietà il 27 maggio 2023 a Senago, nel milanese. L’ex barman è stato descritto durante la requisitoria dalla pm Alessia Menegazzo come un narcisista, manipolatore psicopatico e bugiardo senza scrupoli. Insomma Giulia stava con un mostro che non ha esitato a programmare con lucidità la sua morte. Prima, Impagantiello prova a liberarsi di lei con del veleno per topi, somministrato sistematicamente con l'evidente scopo di simularne un suicidio. Poi, quando la fidanzata diventa un ostacolo alla sua nuova vita con l’amante, l’ex barman sferra il suo attacco definitivo con un coltello da cucina, accanendosi sul corpo della fidanzata e del figlio che portava in grembo. La vittima, ha osservato Menegazzo, "firma la propria condanna a morte quando gli dice di aspettare un bambino".
LE PAROLE DELLA PM
Impagnatiello ha realizzato un "quadro criminoso" portato avanti "con lucidità e controllo. Nessun raptus o blackout", ma una "rabbia fredda" che aveva come obiettivo "inscenare la scomparsa di Giulia”, dice la pm, ricordando le parole degli psichiatri, in lui "c'è mancanza totale di empatia, di rimorso e di morale". "Non ha mai collaborato alle indagini, neanche in questa aula, ha sempre e solo detto menzogne, sia al gip, sia a noi pm che nel processo, prima ha tentato con la storia della scomparsa di Giulia, arrivando a sostenere che si fosse suicidata, e poi ha cercato ancora di manipolarci tutti", e poi ha concluso “"Alessandro Impagnatiello ha ammesso i fatti solo quando è stato messo con le spalle al muro”.
L'AVVOCATO DI TRAMONTANO
"Una scelta pianificata, lucida, premeditata di Impagnatiello ha tolto il futuro a Giulia e al suo bambino Thiago. E' un narcisista che pone se stesso la di sopra degli altri, un uomo privo di empatia che alza il tiro e passa dall'ammoniaca al veleno per topi". Lo ha affermato Giovanni Cacciapuoti, avvocato di parte civile della famiglia Tramontano, nella discussione con cui si è associato alla richiesta di ergastolo pronunciata dalla procura di Milano per Impagnatiello. "Lui non sa cos'è l'amore, le sue donne sono il suo vanto, è un millantatore con una chiara volontà omicidiaria che persegue da mesi. Impagnatiello ha deciso di uccidere Giulia e il loro bambino non solo perché ostacolo alle sue realizzazioni personali, ma anche in uno stato di difficoltà economica che lui non voleva vivere. Ha ucciso con premeditazione la sua convivente, per futili motivi e con crudeltà" aggiunge. "Giulia era una giovane brillante, una donna generosa. La sfortuna di Giulia Tramontano era di avere il lupo nel suo stesso letto e per questo Impagnatiello - ha concluso Cacciapuoti - va condannato al massimo della pena".
I PARENTI DI GIULIA
Al termine della requisitoria del processo la madre di Giulia Tramontano, Loredana Femiano, si è avvicinata alla pm Menegazzo per stringerle le mani, salutandola poi con una carezza al viso. Se i tempi lo consentiranno, la sentenza della Corte di Assise di Milano potrebbe arrivare già in giornata. In aula sono presenti anche tutti i familiari più stretti della vittima, tra cui la sorella Chiara e il fratello Mario. In aula il giovane è rimasto impassibile, seduto nella gabbia degli imputati con lo sguardo basso e la testa chinata.