Chiusa inchiesta su Chiara Ferragni per pandoro e Uova di Pasqua, l'accusa è di accusa aggravata

Chiusa inchiesta su Chiara Ferragni per pandoro e Uova di Pasqua, l'accusa è di accusa aggravata

Chiusa inchiesta su Chiara Ferragni per pandoro e Uova di Pasqua, l'accusa è di accusa aggravata   Photo Credit: agenziafotogramma.it


04 ottobre 2024, ore 14:00

I legali dell'influencer: "Dimostreremo innocenza". Per la Procura di Milano l'ingiusto profitto a lei contestato sarebbe di poco più 2 milioni e 200 mila euro

Oggi la procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, nei confronti di Chiara Ferragni e di altre persone per l'accusa di truffa aggravata. La chiusura indagini è l'atto che precede l'eventuale richiesta di processo.

Le accuse

Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli e dall'aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, ci sono i noti casi di presunta pubblicità ingannevole legata alle vendite, a prezzi maggiorati e mascherate con iniziative benefiche, avvenute tra il 2021 e il 2022, del pandoro 'Pink Christmas' Balocco e delle uova di Pasqua-Dolci Preziosi. La procura ha notificato l'avviso di chiusura indagini, oltre che per l'imprenditrice digitale, anche per l'ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l'imprenditore Francesco Cannillo per i reati di "truffa continuata e aggravata". Nel comunicato firmato dal procuratore Narcello Viola si legge che "le indagini hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l'acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche".

La difesa di Chiara Ferragni

Gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, difensori di Chiara Ferragni, hanno commentato la notizia della chiusura delle indagini: "Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima". Dunque, secondo i legali dell'influencer, la vicenda è già stata risolta davanti all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Le due società della influencer, Tbs hanno infatti versato una ingente somma. Gli avvocati, ora, dopo aver letto le carte che verranno depositate, studieranno le contromosse difensive e hanno tempo 20 giorni per presentare documenti, memorie o per far rendere interrogatorio alla loro assistita. In caso contrario i pm vanno avanti ed esercitano l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio o con la citazione diretta a giudizio.

L'intervento del Codacons

Il Codacons, l'associazione dalle cui denunce era scaturita sia la sanzione dell'Antitrust, sia l'indagine della Procura di Milano, ha affermato che "la chiusura dell'inchiesta su Chiara Ferragni per la vicenda Balocco apre la strada ai rimborsi in favore dei circa 290mila consumatori che avevano acquistato il pandoro Pink Christmas". "Se si arriverà a processo l'influencer sarà chiamata a restituire 1,65 milioni di euro agli acquirenti del pandoro griffato Ferragni. Somma calcolata sugli oltre 290mila pandori venduti nel 2022 (su un totale di 362.577 pezzi commercializzati) e pari alla differenza tra il prezzo del pandoro ''normale'' Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), incremento di valore che, complici i post dell'influencer, avrebbe fatto ritenere che la maggiorazione di prezzo di 5,69 euro fosse il valore della donazione in solidarietà dei singoli acquirenti", continua il Codacons.

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