Cinema, a Hollywood si teme un altro sciopero, le produzioni sono in stallo per mancanza di fondi
24 giugno 2024, ore 08:00 , agg. alle 10:29
Troppo caro girare a Los Angeles, secondo un produttore italiano, costa quasi il doppio che in Georgia
Il Covid prima, lo sciopero degli sceneggiatori e degli attori, ora la carenza di fondi. Hollywood è in difficoltà e non è ancora ripartita e il settore registra la più drammatica contrazione degli ultimi 30 anni. Girare nuovi film diventa sempre più difficile. A fare il quadro della situazione è il produttore Michele Greco: "Ho appena fatto un pilota per Nbc, ma non qui, ad Atlanta. Girare a Hollywood ormai è un salasso: tra le paghe della troupe e gli affitti di materiali, macchinari, location e teatri, un giorno di riprese a LA costa quasi il doppio che in Georgia. Non conviene a me, ma nemmeno ai grossi Studios che hanno perso una valanga di soldi dopo il Covid e durante lo sciopero", dichiara l’italiano che da due decenni lavora a Los Angeles.
Gli incentivi
Per attrarre le troupe la California offre 330 milioni di dollari all'anno di tax credit, mentre New York ne mette sul piatto 700 e la Georgia non ha limite. Anche diversi altri Paesi offrono incentivi e stipendi più basse per le troupe: dal Regno Unito alla Nuova Zelanda, dall'Ungheria al Canada. Un’altra italiana che lavora nel settore cinematografico negli States, la milanese Susie Mancini, 39 anni, scenografa con una candidatura agli Emmy in tasca sostiene che "Dopo mesi di stanca, ho cominciato una serie prodotta da una Major e mi trovo a lavorare con gente che ha fatto una decina di film da Oscar, che da mesi è senza impiego e deve accettare paghe o mansioni ridotte. Oltre alla mia esperienza personale” dice “sono preoccupata. Questo dà la misura della crisi in cui siamo. Mi chiedo: sarà solo una crisi ciclica o qualcosa è cambiato?"
Soldi finiti
Pare proprio che gli Studios abbiano finito i soldi, come sostiene Michele Greco "Gli Studios hanno finito i soldi, devono tagliare e tagliare. Hanno approfittato dello sciopero per rescindere senza penale alcuni contratti onerosi e chiudere progetti poco remunerativi. Se prima producevano 10 ora producono 5". Dati alla mano, nel 2024 usciranno 90 film, contro i 100 del 2023. Le serie prodotte saranno circa 300, rispetto alle 481 del 2023 e alle 633 del 2022 (secondo i dati di Ampere Analysis).
Fuga degli spettatori
La causa di questa disaffezione al cinema è in parte causata dagli spettatori in fuga dalle sale che hanno contribuito a creare i conti in rosso nel settore. Secondo le previsioni, gli incassi del 2024 in Nordamerica saranno pari a 8 miliardi di dollari, ovvero il 10% in meno rispetto al 2023 e il 30% in meno sul 2019. A questo rosso contribuiscono anche il calo degli abbonamenti alle piattaforme dopo il picco del lockdown. "È cambiato tutto. Non si torna indietro. Le Major ormai devono compiacere la Borsa più che produrre buon cinema", sottolinea Walter Volpatto, torinese, classe 1971, da 20 anni a Hollywood. Lui ha firmato la color correction di film del calibro di Star Wars: Gli ultimi Jedi, Dunkirk, Green Book e, recentemente, Megalopolis di Francis Ford Coppola. Moglie insegnante, due figli e un mutuo, Volpatto al momento e senza lavoro e la prossima produzione è in cantiere solo “ Non mi succedeva dai tempi della gavetta. Se continua così dovrò trovare un altro lavoro".