Cinema, è morto l'attore francese Jean-Paul Belmondo

Cinema, è morto l'attore francese Jean-Paul Belmondo

Cinema, è morto l'attore francese Jean-Paul Belmondo


In Italia aveva recitato con Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Claudia Cardinale

Durante la sua lunga carriera aveva avuto modo di recitare anche in Italia, al fianco dei più importanti nomi del cinema del nostro Paese come Claudia Cardinale, Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Stefania Sandrelli. Ottanta i film in cui ha recitato, lasciando un’eredità senza pari. A 88 anni si è spento nella sua casa parigina l’attore francese Jean-Paul Belmondo.

La vita

“Si è spento serenamente” ha fatto sapere il suo legale, che all’agenzia di stampa francese France Presse ha raccontato come il divo del cinema fosse “molto affaticato da qualche tempo”.

Classe 1933, a ventitré anni ha esordito al cinema, aprendo una carriera che lo avrebbe visto ricoprire praticamente tutti i ruoli, spaziando tra i generi più diversi.

Una vita, la sua, partita in teatro, come tanti altri grandi che hanno fatto la storia. Prima il diploma al Conservatorio nazionale d’arte drammatica, poi alcune recite in teatro. Il grande successo degli anni sessanta e settanta, fino ai primi riconoscimenti come il premio Cesar del 1989 come miglior attore protagonista grazie a “Una vita non basta”, di Claude Lelouch. Nel 2001 Belmondo è vittima di un’ischemia cerebrale che gli permette di tornare in scena solamente nel 2008. A consacrazione della sua lunga scia di successi, la palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes del 2011 e il leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia nel 2016.


I titoli più celebri

Straordinario esponente della nouvelle vague, che dal finire degli anni cinquanta ha come missione “il racconto del vero”, Belmondo ha recitato nei più svariati ruoli e film. “Il brutto più affascinante del cinema francese” lo definivano alcuni, per la versatilità del suo recitare e per la dirompenza della sua fisicità. Dagli esordi, il successo non tarda ad arrivare grazie alla direzione di Claude Chabrol in “A doppia mandata” e di Vittorio De Sica in “La ciociara”, insieme a Sophia Loren. La ribalta nazionale arriva poco dopo, nel 1960, con “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard, uno dei principali esponenti di quella nouvelle vague di cui Belmondo si è reso protagonista. Tra le tante sfaccettature del suo essere attore anche quella drammatica, come in “Asfalto che scotta di Claude Sautet. E poi ancora “Leon Morin prete” (1961) e “Lo spione” (1962) di Jean-Pierre Melville, “Stavisky il grande truffatore” (1974) di Alain Resnais e “Il piccione di Piazza San Marco” (1980) di Georges Lautner.


Il rapporto con l’Italia

Al nostro Paese Belmondo era legato sin dalla nascita: il padre, Paul Belmondo, era uno scultore di origini italiane, titolare di una cattedra presso l'Accademia di Belle Arti. Qui si era guadagnato popolarità lavorando sotto la direzione, tra gli altri, di Renato Castellani, Vittorio De Sica e Alberto Lattuada in film come “Mare matto” del 1963 insieme a Gina Lollobrigida. All’Italia era stato legato anche per amore, quando dal ’72 all’80 ebbe un’intensa storia d’amore con l’attrice Laura Antonelli.



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