Cinema, Vermiglio candidato ai Golden Globe per il miglior film straniero

Cinema, Vermiglio candidato ai Golden Globe per il miglior film straniero

Cinema, Vermiglio candidato ai Golden Globe per il miglior film straniero   Photo Credit: Agenziafotogramma.it


09 dicembre 2024, ore 18:00

La pellicola aveva già ottenuto un riconoscimento internazionale all'81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia

Maura Delpero inizia la sua corsa alla conquista di Hollywood. Il suo film Vermiglio, già vincitore del gran premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, è entrato nella cinquina ai Golden Globes per provare vincere il riconoscimento del miglior film straniero. Ad annunciarlo è stata oggi la Cbs. Ai Globes se la dovrà vedere con alcuni pezzi da novanta come Emilia Perez, che ha già vinto parecchio in giro per il mondo e I'm Still Here. I premi saranno annunciati il 5 gennaio a Los Angeles. La pellicola adesso spera di ottenere la stessa candidatura anche ai Premi Oscar

VERMIGLIO, LA TRAMA DEL FILM

Vermiglio non è soltanto un colore, che peraltro non è presente nelle tinte cromatiche della pellicola della Delpero, ma soprattutto un paese dove l’intera storia si svolge. Siamo nel 1944, Lucia, Ada e Livia sono tre sorelle adolescenti inseparabili, figlie di un eccentrico insegnante. Quando in paese arriva Pietro, un soldato siciliano, Lucia si innamora di lui e rimane incinta. I due sono costretti a sposarsi. Gli equilibri della famiglia cambiano, Livia è la preferita e Ada si sente trascurata. Tutti sentono la mancanza di Lucia quando nel 1945, finita la guerra, parte con Pietro e suo figlio per la Sicilia. Ma una volta arrivata scopre nel peggiore dei modi che suo marito era già sposato. Sua moglie, scoperto il matrimonio con Lucia, si vendica sparandogli. La giovane vedova e il suo bambino devono ricostruirsi una vita rimettendo insieme i pezzi del passato del marito.


VERMIGLIO, UNA SINFONIA VISIVA E NON SOLO

Maura Delpero con Vermiglio si è già conquistata un riconoscimento internazionale di tutto rispetto, vincendo il Gran Premio della Giuria all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Una regista che promette bene. Per certi versi si potrebbe nominarla l’erede di Ermanno Olmi. Ma non solo. Il suo realismo spietato e al contempo così poetico ricorda moltissimo lo stile di Alice Rohrwacher. Vermiglio lascia il segno. Lo fa con grazia e precisione chirurgica nell’impostare un impianto visivo così ammaliante. Delpero sceglie di utilizzare il dialetto come fosse una musica. In Vermiglio c’è un’unica nota, quella del Trentino, che si muove proprio come una melodia che accompagna la storia. Ma la sinfonia è soprattutto quella che la regista crea con le immagini, estasi visive che non vogliono soltanto essere vetrine da osservare, ma un vero e proprio specchio che riflette l’andamento della storia e dell'interiorità dei personaggi. I bambini che dominano il racconto sono una sorta di coro come nel teatro greco, a commento della storia che si svolge. Il loro sembra uno sguardo ironico, quasi pascoliano sull’intera vicenda, che spesso stempera il dramma e il dolore a cui vanno incontro i personaggi. Molto interessante il contrasto che si crea tra micro e macro storia. Se infatti da un lato il mondo ritrova la pace uscendo dal secondo conflitto mondiale, la storia della protagonista si incrina, vivendo un dramma interiore.


Il 5 gennaio in quel di Los Angeles saranno annunciati i vincitori. 


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