Cingolani: "Caro carburanti immotivato, colossale truffa a cittadini e imprese"
12 marzo 2022, ore 11:38
Il ministro della Transizione ecologica ha dichiarato che non esiste una motivazione tecnica al rialzo dei prezzi
Nei giorni in cui il Paese sconta un aumento dei prezzi notevole per energia e carburanti, ci si chiede come sia possibile risparmiare e in che modo abbandonare la dipendenza italiana ed europea da materie prime ed energia provenienti dalla Russia, nello scenario di una guerra - quella in Ucraina - che al momento non sembra volersi fermare. Un caro prezzi che rischia seriamente di mettere in ginocchio famiglie e imprese, le stesse citate dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
"Colossale truffa"
"Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato" dichiara Cingolani. "Non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi". Secondo il ministro della Transizione ecologica il caro prezzi che non solo il nostro Paese sta conoscendo è una "colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini".
(In)dipendenti da Mosca
Ancora durante un'intervista a Sky TG24, Cingolani è tornato su un tema di stretta attualità dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina: la riduzione (se non la completa eliminazione) del rapporto di dipendenza in termini di rifornimento di energia che l'Italia ha nei confronti di Mosca. "Negli ultimi giorni tutta Europa ha dato in media circa un miliardo di euro al giorno per l'acquisto di gas alla Russia, forse più di quanto costi la guerra a Putin". Secondo Cingolani questa "è la dimostrazione evidente che i mercati seguono concezioni proprie".
Cambiare ora?
Tra le cause di quanto sta accadendo, il ministro annovera anche errori storici di mancata diversificazione delle fonti di energia, ma anche un "falso ambientalismo che ha ridotto in modo incomprensibile il modo di sfruttare il nostro gas sul nostro territorio". Cosa fare, quindi? Cambiare non è semplice, e lo è ancora meno farlo da un giorno all'altro. Dello stesso avviso è Cingolani: "L'Italia non può cambiare ora il proprio paesaggio energetico, si impiegherebbe troppo tempo: possiamo però sfruttare al massimo i giacimenti di gas già esistenti". Secondo il titolare della Transizione ecologica ciò significa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più.
Calmierare il prezzo del gas
Secondo Cingolani è ora necessario stabilire un prezzo massimo del gas oltre il quale gli operatori europei non possano andare. "Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l'Europa" dichiara ancora. "Serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato. Si può discutere intorno ad una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa".
Nucleare sì o no?
In merito alla possibilità di tornare a meccanismi di produzione di energia tramite il nucleare, Cingolani ricorda che "c'è stato un referendum e ora non avrebbe senso costruire centrali nucleari in Italia. Quello che dobbiamo fare - prosegue poi - è prendere l'occasione delle nuove tecnologie investendo ora in ricerca e sviluppo in modo almeno da preparare il futuro".