12 luglio 2021, ore 08:00 , agg. alle 12:16
Lo scontro tra due treni delle Ferrovie Bari-Nord che viaggiavano sullo stesso binario provocò la morte di 23 persone e altre 50 rimasero ferite
Sono passati cinque anni dalla tragedia delle Ferrovie Bari-Nord, gestite in concessione dalla società Ferrotramviaria. Lo scontro frontale tra due treni che viaggiavano sullo stesso binario nel tratto tra Andria e Corato il 12 luglio del 2016 provocò la morte di 23 persone, mentre altre 50 rimasero ferite. Il quinto anniversario coincide con la data di una delle udienze del processo che si sta celebrando davanti alla Corte di Assise del tribunale di Trani. Un procedimento che si trascina lentamente tra continue interruzioni e ripartenze, anche a causa di una ricusazione e del cambiamento del collegio dei giudici.
Le iniziative per ricordare le vittime
Sono diverse le iniziative programmate in ricordo delle 23 vittime. Sabato sera è stata celebrata una messa di suffragio all'Oratorio Salesiano di Andria, nella quale risiedevano molte di loro. Oggi, invece, il primo cittadino, Giovanna Bruno, ricorderà la tragedia alle 9.30, sulle rotaie di Ferrotramviaria sul luogo dello scontro, poi raggiungerà Bari, dove alle 11.00 è prevista un’altra cerimonia. Alle 11.05, orario dello scontro tra i due convogli, il sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro deporrà una corona di fiori e osserverà un minuto di silenzio insieme ai primi cittadini delle comunità cui appartenevano alcuni dei 23 morti.
Il processo
Sono 18 gli imputati al processo per la strage (17 persone fisiche più la società Ferrotramviaria come persona giuridica), accusati a vario titolo, dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso mentre la società Ferrotramviaria, imputata come persona giuridica, risponde dell'illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Parti civili nel procedimento, solo nei confronti dei 17 imputati (persone fisiche), sono la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia e le associazioni Acu e Anmil, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti. Tra gli imputati i vertici e i dirigenti della Ferrotramviaria, i capistazione di Andria e Corato e l'unico capotreno sopravvissuto.
Le probabili cause
A determinare lo scontro probabilmente fu un errore umano nel sistema del cosiddetto blocco telefonico, ovvero la comunicazione telefonica (tramite fonogramma) tra le due stazioni, ritenuto obsoleto e insicuro dalla Procura di Trani. Secondo l'ipotesi accusatoria, una serie di concause e leggerezze organizzative e la mancata applicazione da parte della società di aggiornati sistemi di sicurezza, in particolare il segnalamento automatico Scmt (sistema di controllo marcia treno) che consente di sopperire in tempo ad eventuali errori umani o tecnologici. Il bilancio della tragedia fu aggravato anche dalla velocità che si raggiungeva in quel tratto e dalla circostanza sfortunata che uno dei due treni al momento dell'impatto aveva appena lasciato una curva. I due macchinisti si ritrovarono davanti all'improvviso l'altro convoglio e nulla poterono fare per evitare lo scontro frontale. Il raddoppio della linea avrebbe evitato la tragedia.