Classifiche Top Of The Music, novità del 2018
Classifiche Top Of The Music, novità del 2018
14 dicembre 2017, ore 13:29
Varranno per il conteggio solo gli streaming Premium
Oggi in conferenza stampa a Milano la FIMI ha annunciato importanti novità per il sistema ufficiale italiano di classifiche e certificazioni musicali. Dal 2018 verranno considerati solo i consumi in streaming derivati dagli ascolti in abbonamento. La novità sarà applicata sia alla classifica degli album che a quella dei singoli e avrà ovviamente effetto anche sul sistema di certificazione ufficiale degli award d’oro e platino di FIMI.
Il conversion rate tra download e streaming resterà per ora immutato, ma sarà oggetto di analisi semestrali al fine di valutare possibili aggiornamenti rispetto alla metodologia esistente. Attualmente corrisponde, nel caso dei singoli, ad 1 download per 130 ascolti in streaming, mentre nel caso degli album, si mantiene quella conversione ed il numero totale degli ascolti relativi ad un titolo album (con cap del 70% sul singolo più ascoltato) viene diviso per 1.300.
Dopo una prima fase di test e con l’obiettivo di attribuire un reale valore ai consumi fisici e digitali, si è giunti alla decisione di considerare validi ai fini delle classifiche Top Of The Music solo gli stream a pagamento, ovvero solo gli ascolti derivati dai servizi in abbonamento Premium.
Sebbene la fruizione free resti sempre molto forte, siamo di fronte ad una significativa migrazione di utenti verso i servizi Premium e questo è un segnale dell’evoluzione del mercato che non si può ignorare. Lo streaming, inoltre, si avvia a rappresentare un segmento di mercato maturo che in Italia vale ormai il 44%. In questo contesto, appare ancora più importante valorizzare i consumi affinché le classifiche di vendita rappresentino una realtà più omogenea.
Dopo una prima fase di test e con l’obiettivo di attribuire un reale valore ai consumi fisici e digitali, si è giunti alla decisione di considerare validi ai fini delle classifiche Top Of The Music solo gli stream a pagamento, ovvero solo gli ascolti derivati dai servizi in abbonamento Premium.
Sebbene la fruizione free resti sempre molto forte, siamo di fronte ad una significativa migrazione di utenti verso i servizi Premium e questo è un segnale dell’evoluzione del mercato che non si può ignorare. Lo streaming, inoltre, si avvia a rappresentare un segmento di mercato maturo che in Italia vale ormai il 44%. In questo contesto, appare ancora più importante valorizzare i consumi affinché le classifiche di vendita rappresentino una realtà più omogenea.