Clint Eastwood non si discute, si ama, ma dobbiamo riconoscere che in Cry Macho i 91 anni si sentono tutti

Clint Eastwood non si discute, si ama, ma dobbiamo riconoscere che in Cry Macho i 91 anni si sentono tutti

Clint Eastwood non si discute, si ama, ma dobbiamo riconoscere che in Cry Macho i 91 anni si sentono tutti


Nell'ultimo film, il regista e attore, mito di Hollywood, non nasconde l'avanzare dell'età, costruendo un personaggio su misura

Cry Macho

Il mito Clint Eastwood è tornato al cinema. Nelle sale in questi giorni troviamo Cry Macho, di cui è regista e interprete. Un film on the road con fotografia e colonna sonora degne di nota, in cui il 91enne premio Oscar cerca di portare il tredicenne Rafael dal Messico agli Stati Uniti sfidando la legge, la temibile madre del ragazzino e il deserto. Fondamentale co-protagonista della storia è Macho, un gallo da combattimento, che riuscirà addirittura a essere risolutivo per le sorti dei protagonisti. Rafael, infatti, è ricchissimo, ma maltrattato, e preferisce vivere per strada e cimentarsi nelle gare tra galli piuttosto che restare nella lussuosa villa della madre, evidentemente squilibrata. Fin qui la trama, ma ciò che conta è la storia di Mike, interpretato da Eastwood.


Un personaggio tagliato su misura 

Clint Eastwood, in Cry Macho, interpreta un anziano cowboy, protagonista di rodei memorabili e ormai sul viale del tramonto. Il regista e attore ha compiuto 91 anni lo scorso maggio e non fa nulla per nasconderlo. L'incedere di Mike, immancabile il cappello da cowboy, è incerto, ma Eastwood non si mette ai margini della scena bensì al centro, con la sua lentezza e le sue movenze così goffe da diventare tenere. Mike, come probabilmente Clint, mantiene una certa agilità, ma ogni tanto ha bisogno di riposare e, per tutto il film, sembra voler lasciare a Rafael una sorta di insegnamento, oseremmo dire un testamento spirituale. Eastwood non rinuncia a qualche scena di combattimento e nemmeno alle schermaglie amorose. Un ballo con una vedova messicana in una taverna ricorda tanto l'abbraccio con Francesca-Meryl Streep nel capolavoro I ponti di Madison County, ma anche qui l'immagine così fragile di Eastwood rende il quadro molto particolare. Nello sguardo dello spettatore insomma, soprattutto in quello del fan, resta l'amore insondabile per Eastwood, ma si fa strada anche il dubbio. Sarebbe forse meglio restare solo dietro la macchina da presa e lasciare la recitazione? La mia risposta, a malincuore, è sì. Chiunque altro in una situazione simile rischierebbe di diventare patetico. Clint Eastwood no perchè è un artista che non si discute, si ama. E' stato protagonista di troppi capolavori, ma fermarsi a volte è la scelta giusta.  


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