Colombia, gli ippopotami di Pablo Escobar saranno cacciati dal Paese

Colombia, gli ippopotami di Pablo Escobar saranno cacciati dal Paese

Colombia, gli ippopotami di Pablo Escobar saranno cacciati dal Paese   Photo Credit: agenziafotogramma.it


09 settembre 2024, ore 11:00 , agg. alle 11:37

Gli animali sono stati importati negli anni Ottanta dal narcotrafficante e da decenni continuano a riprodursi in modo incontrollato

Quando pensiamo agli animali più pericolosi sulla faccia della Terra, probabilmente ci vengono in mente grandi predatori come squali o leoni. Ce n’è uno, tuttavia, che – nonostante sembri all’apparenza mansueto e docile - causa parecchi problemi, non solo per la sicurezza delle persone alle quali è vicino, ma anche per gli ecosistemi nel quale cresce: l’ippopotamo.

Non a caso, è rarissimo, anzi, quasi impossibile, trovare colonie di questi animali fuori dalle loro aree geografiche originarie, tutte nel continente africano. In realtà, fatti salvi gli zoo in giro per il mondo, c’è un solo Stato fuori da queste zone nel quale è possibile rintracciare degli esemplari liberi nella natura: la Colombia, territorio nel quale furono importati tra gli anni Settanta e Ottanta dal narcotrafficante Pablo Escobar che, in preda al delirio di onnipotenza, scelse di farli arrivare per diletto personale.

A distanza di vari decenni, tanti sono i danni causati all’ecosistema dall’inserimento coatto di questi esemplari. Per questo, il tribunale amministrativo di Cundinamarca ne ha ordinato l’immediata rimozione dal territorio colombiano. Gli esemplari trapiantati divorano la vegetazione, inquinano il terreno e l’acqua (alterando parametri come l’acidità e l’ossigenazione) e, spesso, attaccano le persone.

Lo zoo di Pablo Escobar

Tutto comincia negli anni Settanta, quando Pablo Escobar decide di far arrivare dal continente africano un nutrito numero di ippopotami con lo scopo di collocarli nel proprio zoo privato. Con il passare degli anni gli animali hanno cominciato a riprodursi in maniera incontrollata, tanto da invadere spazi imprevisti (soprattutto nel nord-est del Paese) e arrecare parecchi danni all’ecosistema colombiano.

A chiedere l’intervento della giustizia è stata una causa collettiva sostenuta da un gruppo di attivisti: il tribunale ha chiesto al ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo sostenibile di emanare un regolamento che preveda misure come la caccia controllata e la sterilizzazione, fino al trasferimento degli animali in un parco a tema, la Hacienda Nápoles, ex tenuta di Escobar, che aveva anche uno zoo privato.

 "La sentenza evidenzia la necessità di attuare misure urgenti ed efficaci per proteggere l'equilibrio ecologico, senza perdere di vista l'obbligo di garantire il benessere degli ippopotami come esseri senzienti", hanno scritto i giudici nella sentenza.

La sterilizzazione

Contenere animali come gli ippopotami risulta tuttavia molto complicato, tanto che finora il governo colombiano ha avuto grande difficoltà nel gestirli. Gli esemplari portati nel Paese, in particolare, essendo stati trapiantati in modo coatto, si sono ritrovati in un ambiente privo dei loro naturali predatori. Per questo la loro crescita non trova freno naturale.

La soluzione più intuitiva potrebbe essere la sterilizzazione, tuttavia questa pratica ha un costo molto elevato e risulta parecchio complessa. Per questo, fino a questo momento, pochi esemplari hanno ricevuto questo trattamento. A complicare l’operazione, il fatto che l’animale debba essere necessariamente avvicinato con calma, conquistando mano a mano la sua fiducia. Conta anche il fattore tempo: gli ippopotami hanno gli organi genitali all’interno del corpo, se si dovessero svegliare a operazione in corso potrebbero andare incontro a complicazioni letali o, peggio, uccidere i veterinari.


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