Colpo di Stato in Birmania, arrestato il capo del governo Aung San Suu Kyi, il potere nelle mani dei militari

Colpo di Stato in Birmania, arrestato il capo del governo Aung San Suu Kyi, il potere nelle mani dei militari

Colpo di Stato in Birmania, arrestato il capo del governo Aung San Suu Kyi, il potere nelle mani dei militari


01 febbraio 2021, ore 12:25 , agg. alle 15:12

In un messaggio il premio Nobel per la Pace ha invitato la popolazione a reagire al golpe dei militari. Il Myanmar è isolato dal resto dal mondo. I mezzi di comunicazione sono nelle mani delle Forze armate che hanno proclamato lo stato d'emergenza per un anno. Condanne sono arrivate dalla Comunità internazionale

“Non accettate il colpo di stato, esorto la popolazione a rispondere e a protestare con tutto il cuore”. Sono le prime parole pronunciate da Aung San Suu Kyi, il capo del governo birmano arrestato la scorsa notte dai militari, nel primo atto di un golpe lampo. Al momento si trova in un carcere della capitale Naypyidaw. L’esercito ha preso il controllo del Myanmar e tutti i poteri sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, il capo delle forze armate, mentre la presidenza ad interim è stata affidata al generale Myint Swe, uno dei due vicepresidenti in carica. In tutto il Paese è stato dichiarato lo stato d’emergenza per un anno, al termine del quale saranno indette nuove elezioni, dopo quelle contestate dello scorso novembre, stravinte dalla Lega Nazionale per la democrazia, il partito del premio Nobel per la Pace. Da tempo ormai proprio i militari denunciavano irregolarità alle consultazioni, definite “né libere ne eque”. Sarebbero stati riportati milioni di casi di brogli, tra questi anche migliaia di centenari e minori nelle liste dei votanti, anche se la Commissione elettorale, pur riconoscendo alcune irregolarità, aveva escluso frodi.

Myanmar isolato dal resto del mondo

Al momento il Paese risulta isolato dopo che le forze armate hanno preso il controllo di tutti i mezzi di comunicazione. I contatti telefonici sono difficilissimi e i collegamenti internet hanno subito lunghe interruzioni. Anche per questa ragione, al momento risulta difficile per i media internazionali conoscere gli sviluppi del colpo di stato. Secondo le ultime notizie giunte prima del black out informativo, sono numerosi i funzionari pubblici e i leader finiti in manette, oltre a Aung San Suu Kyi. Chiuse tutte le banche mentre sono inutilizzabili gli sportelli di prelievo automatici in tutto il Myanmar

Condanne dalla Comunità internazionale

Sono numerose le reazioni internazionali al colpo di stato in Myanmar. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antònio Guterres, ha condannato fermamente l’arresto di Aung San Suu Kyi e degli altri leader politici:” Il trasferimento di tutti i poteri legislativi, esecutivi e giudiziari ai militari – ha commentato - rappresenta un duro colpo per le riforme democratiche in Birmania”. Dello stesso tenore la presa di posizione degli Stati Uniti. Il segretario di Stato americano Antony Blinke ha invitato le forze armate a scarcerare le persone arrestate e a rispettare “la volontà del popolo birmano espressa alle elezioni democratiche dell’8 novembre”. “Deve essere restaurato il legittimo governo civile, in linea con la costituzione del Paese e le elezioni di novembre. Chiedo il rilascio immediato e incondizionato di tutti i detenuti». Così ha scritto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, su Twitter. In una nota diffusa questa mattina, la Farnesina si dice preoccupata per la brusca interruzione del processo di transizione democratica e chiede che venga garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Valutazioni condivise anche dei governi di Gran Bretagna, Francia, Cina e Giappone.


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