Comunicare è divino, così Papa Francesco si è rivolto ai media di tutto il mondo giunti in Vaticano

Comunicare è divino, così Papa Francesco si è rivolto ai media di tutto il mondo giunti in Vaticano

Comunicare è divino, così Papa Francesco si è rivolto ai media di tutto il mondo giunti in Vaticano


25 gennaio 2025, ore 16:00 , agg. alle 16:54

Il pontefice, nell’Aula Paolo VI, ha tenuto un discorso a braccio in occasione del Giubileo della comunicazione

''Comunicare e' una cosa divina'', ha sottolineato il Papa nel suo intervento a braccio rivolto ai media di tutto il mondo, riunitisi nell’Aula Paolo VI, in occasione del Giubileo della comunicazione. Bergoglio aveva tra le mani un discorso preparato ma ha preferito non leggerlo. ''Ho un discorso di nove pagine. A quest'ora ora, con lo stomaco che incomincia a muoversi, leggere nove pagine sarebbe una tortura'', ha dichiarato il santo padre che ha consegnato il sostanzioso testo al prefetto del dicastero della comunicazione Paolo Ruffini per distribuirlo in sala. ''Voglio dire una parola di comunicazione: comunicare è uscire da se' stesso per dare un po' del mio all'altro. La comunicazione non solo è l'uscita ma anche l'incontro con altro. Sapere comunicare è una grande saggezza. Sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro costruisce la società, la Chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero'', cosi è espresso Papa Francesco. ''Padre io dico le cose vere, non solo le cose ma tu nella vita interiore sei vivo? E' una prova. Comunicare quello che fa Dio col figlio è una cosa divina. Grazie di quello che fate. Sono contento e adesso io vorrei salutarvi e darvi la benedizione'', ha aggiunto Bergoglio.


Il discorso  di Papa Francesco consegnato ai media

''Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell'umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente. Per questo voglio prima di tutto dire grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra. Desidero ricordare nella preghiera tutti coloro che hanno sacrificato la vita in quest'ultimo anno, uno dei più letali per i giornalisti. Preghiamo in silenzio per i vostri colleghi che hanno firmato il loro servizio con il proprio sangue''. E’ quanto ha scritto il pontefice nel discorso che poi ha scelto di non leggere. All’interno del testo, che è stato consegnato a tutte le persone presenti nell’Aula Paolo VI, anche un appello: ''In questo Anno Santo, in questo giubileo del mondo della comunicazione, chiedo a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati. Sia aperta anche per loro una 'porta' attraverso la quale possano tornare in libertà, perché la libertà dei giornalisti fa crescere la libertà di tutti noi. La loro libertà è libertà per ognuno di noi''.



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