Con la pandemia boom di prodotti bio, + 11% nel 2020, alimentazione naturale antidoto alla paura

Con la pandemia boom di prodotti bio, + 11% nel 2020, alimentazione naturale antidoto alla paura

Con la pandemia boom di prodotti bio, + 11% nel 2020, alimentazione naturale antidoto alla paura


L’emergenza coronavirus ha avuto un impatto sulle tavole degli italiani, impennata di consumi legati a cibi sani e “incontaminati"

Quanto quello che mangi rispecchia il tuo stato d’animo? E quanto ciò che metti in tavola è condizionato da ciò che accade intorno a te? Domande che trovano una risposta nei dati sulle vendite dei prodotti biologici che hanno subito un’impennata nel 2020, dopo l’arrivo del coronavirus. Il motivo, la ricerca di un migliore stato di salute del corpo, in particolare del sistema immunitario, attraverso una alimentazione sana.


Boom di richieste per i prodotti bio, nonostante la crisi causata dalla pandemia


Il boom di richieste ha portato a far segnare un + 11% per le vendite di prodotti bio. Il costo, evidentemente, non ha fermato la crescita del settore la cui forza motrice è rappresentata dai supermercati “dedicati”. La loro quota è salita dal 27 al 47% sul totale del mercato interno tra supermercati, specializzati, altri canali e ristorazione. Le vendite di alimenti biologici nella grande distribuzione organizzata sono stimate in 2 miliardi di euro nel 2020. Continua a crescere il numero di prodotti bio a marchio della grande distribuzione, passati dai 4.300 del 2018 ai 4.700 del 2019, segnando un +8%. Confermate le prime tre catene: Coop con 750 referenze bio a marchio, seguita da Esselunga con 485 e Pam Panorama con 366. Solo nove catene hanno meno di 100 referenze e si tratta in gran parte di discount. Sono 8 le catene censite con alimenti equosolidali presenti nelle proprie marche. Avanzano anche le marche della cosmesi bio o naturale, presenti in 11 catene. Una crescita frenata dalla mancanza di una normativa europea e dalla scorciatoia facile del prodotto un po' più 'verde' ma non certificato.


La grande distribuzione gestisce al meglio il settore bio, andando incontro alle esigenze dei consumatori


Quello che più colpisce, anche guardando a ciò che accade in altri Paesi europei, è la capacità della grande distribuzione generalista di fare propri i temi chiave del bio. La scommessa è sulla capacità dei negozi di riscoprire la propria vocazione originaria: comunicare la storia e i valori del biologico, il legame privilegiato con i produttori e la conoscenza dei prodotti. Nei negozi specializzati l'esperienza d'acquisto deve avere un sapore identitario, riconoscibile, autentico.

In Italia il settore del biologico gode di ottima salute, durante il lockdown picco di vendite


Secondo il rapporto Ismea-Sinab, in Italia il settore del biologico gode di ottima salute. Continuano a crescere le superfici investite a coltivazioni biologiche e continuano a crescere i consumi, triplicati negli ultimi dieci anni. L’incidenza del biologico sulla spesa agroalimentare è del 4%. Nel 2020 il 90% dei consumatori italiani ha acquistato più di tre volte un prodotto biologico (+1,4% rispetto al 2019); la percentuale sale al 97% se si considerano le famiglie che lo hanno fatto almeno una volta. Gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco, con incrementi del 7,2% per gli ortaggi rispetto all’anno precedente. L’incidenza di frutta e verdura sulla spesa biologica complessiva equivale, rispettivamente, al 27,2% e al 19,4%. Durante il lockdown il consumo di prodotti bio è cresciuto dell’11%. 

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