29 maggio 2021, ore 13:00
I disturbi più comuni registrati durante l'emergenza coronovirus sono: insonnia, depressione e stress cronico
Dimmi come dormi e ti dirò come stai. Giusto, ma in tempi di Covid tutto cambia e farne le spese sono soprattutto i ragazzi e i bambini. Certo, non si poteva non immaginare che l’emergenza coronavirus avesse un impatto sulla qualità del sonno, in particolare dei più giovani, meno strutturati e più propensi ad essere impressionati dalla situazione mondiale. Non basta. Alla mancanza di sonno, si aggiungono altri disagi, quali la depressione e la difficoltà di concentrazione. Insomma, la pandemia ha creato un substrato mentale su cui è cresciuta una forma di stress tale da diventare cronica. Questo, sicuramente vale per tutti, ma le fasce più colpite sono quelle degli adolescenti. E' quanto emerso dal webinar "Una società che cambia: nuovi bisogni e nuove soluzioni in salute mentale", che ha messo a confronto esperti di vari settori, per evidenziare la necessità di potenziare i servizi per i più giovani. In effetti, è stato spiegato nel corso dell’incontro, i problemi di salute mentale insorgono già in pediatrica. Un intervento tempestivo da parte di medici e istituzioni, può davvero limitare i rischi di arrivare a una patologia cronica.
Parla un esperto: attenzione alla depressione
Andrea Fagiolini, professore ordinario di Psichiatria all'Università di Siena ha dato questa spiegazione: “Già dal 2007, la depressione è la prima malattia responsabile di disabilità: eravamo già in crisi e il Covid ha ulteriormente complicato il quadro, creando uno stress altissimo e cronico e aumentando il numero persone che soffrono di disagio mentale. Abbiamo riscontrato quadri di depressione estremamente severi, molte persone che lamentano insonnia, difficoltà di concentrazione, un netto aumento di disturbi dell'umore e di ansia".
Servono fondi per investire sulla salute dei ragazzi
Sulla stessa linea il parere di altri esperti. Angelo Fioritti, direttore del Dipartimento Salute Mentale Azienda USL Bologna, ha dichiarato: “Durante la pandemia sono aumentate le persone che si rivolgono ai centri di salute mentale, ma soprattutto sono aumentate le patologie codificate come malattie mentali, in particolare tra i giovanissimi". Giuseppe Nicolò, direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Roma 5, ha aggiunto: “Non allocare risorse sulla salute mentale ci impedisce anche di investire sul futuro delle nuove generazioni".