Con la pandemia la Silicon Valley perde fascino, le grandi aziende americane si trasferiscono in Texas
26 dicembre 2020, ore 20:00
agg. 28 dicembre 2020, ore 14:48
Smart working, fisco e manager, ma anche gli incendi che devastano la California, le grandi aziende della Silicon Valley americana stanno trasferendo le loro sedi altrove, soprattutto in Texas
La pandemia ha fatto perdere fascino alla Silicon Valley, che a causa dell’accresciuto utilizzo del lavoro a distanza, ma anche degli incendi che continuano a devastare la California e della vita caotica, stanno diversi dei manager di alto profilo del principale hub americano dell'industria tecnologica, come il numero uno di Tesla Elon Musk e il fondatore di Oracle Larry Ellison ad abbandonare il luogo per spostare altrove le sedi delle loro aziende. Altri, invece, lo fanno per la più attrattiva fiscalità proposta da altri Stati americani.
Tra le aziende che sono in procinto di lasciare la California ci sono il gigante del settore Oracle e Hewlett Packard Enterprise, entrambe sposteranno la loro sede in Texas. Secondo gli esperti americani, la maggior parte delle società che stanno cambiando, approfitterà anche dello smart working per ottenere politiche fiscali più favorevoli.
La Silicon Valley è il nome dato alla zona meridionale della San Francisco Bay Area, in California, luogo divenuto famoso perché è il punto focale, non solo degli Stati Uniti, ma anche di tutto il mondo per l’industria dell’alta tecnologia, l’innovazione e non ultimo perché è sede anche di alcuni tra i più importanti social media.
Elon Musk
Tra chi si è già trasferito c’è anche Elon Musk. Lui è stato tra i primi, con l’incalzare del coronavirus, a lasciare la California per approdare in Texas, dove ha creato un nuovo impianto automobilistico ad Austin, individuata come luogo ideale per la nuova sede di Tesla. Il primo negli Stati Uniti fuori dalla California. Mentre a Boca Chica sorge la base l'altro suo colosso, ovvero quello legato all’esplorazione aerospaziale SpaceX.
Sempre nella capitale del Texas si è diretto Joe Lonsdale, il co-fondatore della società di analisi di dati Palantir. Un frequentatore di vecchia data della Silicon Valley, la sede in California era stata aperta nel 1977. Anche Oracle di recente ha trasferito la propria sede nel grande stato meridionale degli Stati Uniti e il suo fondatore, Larry Ellison ha deciso che lavorerà, o meglio, farà telelavoro stando comodamente sull’isola di lusso di Lanai nelle Hawai, che ha acquistato otto anni fa. Lascia la Silicon Valley anche HPE, ovvero lo spin-off della storica azienda Hewlett-Packard da sempre radicata in California, che ha deciso di trasferirsi a Houston. Altre aziende come le società Internet Brex, Dropbox e Splunk restano nell'hub tecnologico della Silicon Valley, ma i rispettivi capi hanno lasciato la San Francisco Bay Area.
Il fisco più favorevole, ma non solo
Il trasferimento delle grandi aziende della Silicon Valley ad altri luoghi non è solo dovuto a questioni logistiche, diversi stati americani stanno conducendo una politica fiscale più favorevole, ma non solo. Ad incidere sulle scelte dei big dell’industria tecnologica anche gli incentivi a disposizione e il minor costo della vita. Due fattori non meno importanti del fisco.
L’accelerazione a causa del Covid
Questa situazione si è venuta a creare anche grazie alla pandemia, anzi, il Covid ha accelerato il cambiamento. Inoltre, l’utilizzo massiccio dello smart working ha diminuito la necessità di avere sedi centrali galattiche simili a campus per cui la Silicon Valley è conosciuta. Twitter è stata una delle prime aziende a dare ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto a tempo indefinito.