Conflitto sempre più vicino ai confini con l’Europa. Rapito un altro sindaco ucraino
Conflitto sempre più vicino ai confini con l’Europa. Rapito un altro sindaco ucraino
13 marzo 2022, ore 12:25 , agg. alle 13:12
E' salito a 35 morti e 134 feriti il bilancio dell'attacco lanciato dai russi contro la base miliare ucraina di Yavoriv, nella regione di Leopoli, non lontano dal confine con la Polonia
La Russia ha lanciato 30 razzi contro il complesso che si trova a circa 25 km dal confine con la Polonia. Il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, ha precisato che nel Centro colpito lavorano istruttori stranieri. "Questo è un nuovo attacco terroristico alla pace e alla sicurezza vicino al confine con Ue e Nato. Serve agire per mettere fine a tutto questo. Chiudete i cieli!". afferma Reznikov su Twitter. Le forze armate russe hanno anche colpito la base aerea di Ivano-Frankivsk (nella parte occidentale del Paese). Lo riferisce il Kyiv Independent, citando il sindaco della città Ruslan Martsinkiv, spiegando che l'aeroporto è stato nel mirino per il secondo giorno di fila. Le truppe di Mosca stanno tentando di circondare quelle ucraine nell'est del Paese avanzando dalla direzione di Kharkiv e Mariupol. La Russia sta cercando di creare nuove "pseudo-repubbliche" in Ucraina per spezzare il Paese. A lanciare l'avvertimento è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un nuovo video postato nella notte, secondo quanto riportano i media internazionali. Zelensky si è appellato alle regioni dell'Ucraina, compresa Kherson, che è stata catturata dalle forze russe, affinchè non ripetano l'esperienza di Donetsk e Luhansk.
UCRAINA SOTTO ATTACCO
Che l'Ucraina sia ormai completamente sotto assedio lo testimonia la mappa dei bombardamenti quotidiani che tocca città praticamente in tutte le aree del paese, da nord a sud, da est a ovest. Nove morti in un bombardamento ci sono stati a Mykolaiv, che si trova nel sud dell'Ucraina, a un centinaio di chilometri da Odessa, la città sul Mar Nero a poca distanza dal confine con la Moldavia. E un condominio è stato distrutto dalle bombe a Chernihiv, a nord di Kiev, vicino al confine con la Bielorussia. Le autorità ucraine continuano a denunciare anche il mancato rispetto delle forze armate russe dei corridoi umanitari per l'evacuazione della popolazione. Nella notte un treno passeggeri usato per far evacuare i civili è stato colpito da schegge nell'est del paese. Il macchinista è morto e un altro membro del personale è rimasto ferito. L'attacco è avvenuto alla stazione di Brusyn, nella regione orientale di Donetsk. Il treno stava andando nella stazione di Lyman a prendere persone che stavano evacuando. Fra loro un centinaio di bambini. La stazione è stata, a sua volta, evacuata.
L’INCUBO DELLE ARMI CHIMICHE
L'Ucraina accusa la Russia anche di utilizzare bombe al fosforo: lo ha detto Oleksi Bilochytsky, capo della polizia di Popasna, (un centinaio di chilometri a ovest di Lugansk, nel Donbass, l'est del paese rivendicato dai russi). Secondo Bilochytsky, i russi hanno usato bombe al fosforo sulla sua città. "Stanno scatenando sulle nostre città sofferenze indescrivibili e incendi", scrive su Facebook. Sempre nel Donbass, secondo le autorità regionali, i bombardamenti hanno colpito anche due chiese ortodosse dove si rifugiano i civili: la chiesa di Svyatogirsk, famoso luogo di culto nella regione di Donetsk, e una chiesa a Severodonetsk, nella regione di Lugansk.
NEL MIRINO I SINDACI
Un ruolo molto importante nella resistenza ucraina la stanno giocando i sindaci delle varie città: le forze armate russe ne hanno rapito un altro, Yevhen Matviiv, sindaco di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, poco distante dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, che adesso si trova sotto il controllo russo. Quello di Dniprorudne è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina. "I crimini di guerra stanno diventando sistemici", afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh, commentando la vicenda.
PAPA, IN NOME DI DIO FERMATE QUESTO MASSACRO
Un nuovo accorato appello è giunto da Papa Francesco all'Angelus nel corso del quale ha dedicato forti parole contro la guerra in Ucraina. "In nome di Dio fermate questo massacro" ha scandito con fermezza il Santo Padre, Mariupol che porta il nome della Madonna è una città martire. Il Papa ha aggiunto "Davanti alla barbarie della uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano c'è solo da cessare l'inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri".