Consiglio europeo, i leader uniti su Gaza, avanti piano invece sulla difesa comune. Meloni: “Soddisfatta”
Consiglio europeo, i leader uniti su Gaza, avanti piano invece sulla difesa comune. Meloni: “Soddisfatta” Photo Credit: Agenzia Fotogramma
22 marzo 2024, ore 18:00
Al termine del vertice la presidente del Consiglio ha anche avuto un faccia a faccia con il presidente francese Emmanuel Macron, un incontro bilaterale definito “di convergenza” su diversi temi, soprattutto su Ucraina, migranti, Medio Oriente e agricoltura
Il Consiglio Europeo concluso oggi, dipinto come un summit di guerra', ha partorito risultati poco altisonanti, ma a Bruxelles c'è chi vede il bicchiere mezzo pieno. Alla fine, i leader sono riusciti a ''non scannarsi'' sul Medio Oriente, osserva una fonte, che è già un buon risultato, visti i precedenti. Sull'uso degli asset russi congelati la formula concordata nelle conclusioni non chiude la porta all'uso degli extraprofitti per aiuti militari all'Ucraina, anzi cita esplicitamente questa possibilità. Anche l'Ungheria, da sempre contraria agli aiuti militari a Kiev, pone problemi solo per la piccola parte dei 3 mld di euro annui che passerebbe attraverso il bilancio Ue, non per la gran parte che verrebbe canalizzata tramite la European Peace Facility, il veicolo fuori dal bilancio Ue usato finora per inviare armi all'Ucraina (malgrado il nome, che contiene la parola ''pace'').
La Germania
E' vero che i leader erano, sono e restano divisi su come finanziare i maggiori sforzi nell'Europa della difesa, ma nessuno a Bruxelles si aspettava che la Germania aprisse entusiasta agli Eurobond: sarebbe stata una sorpresa il contrario. Per Berlino, anche con un governo più spostato a sinistra, il debito in comune è come un ''drappo rosso'' sventolato davanti a un toro, per dirla con una fonte diplomatica. Nonostante questo, la formula scritta nelle conclusioni non chiude la porta a evoluzioni future: il Consiglio Europeo, si legge, ''invita il Consiglio e la Commissione ad esplorare tutte le opzioni per mobilitare fondi e riferire entro giugno''. Non è un'apertura, ma neanche una chiusura: anche per Next Generation Eu ci volle del tempo perché Angela Merkel accettasse di abbracciare l'idea davanti ai suoi elettori, e lo fece solo quando i Ceo dell'automotive le spiegarono che, senza le industrie del Nord Italia, avrebbero chiuso i battenti.
I toni
I leader hanno anche provveduto ad abbassare i toni 'bellici', particolarmente marcati nelle ultime settimane. In particolare, il passaggio in cui il Consiglio Europeo ''sottolinea la necessità imperativa di una aumentata preparazione militare e civile e della gestione strategica delle crisi nel contesto delle minacce in evoluzione'', non è stato rimosso dalle conclusioni, ma spostato molto più in basso, al punto 43, a debita distanza dal capitolo sull'Ucraina. Lo stesso Alto Rappresentante Josep Borrell ha avuto cura di dichiarare che ''la guerra non è imminente'' e che ''non bisogna spaventare la gente inutilmente''. Un risultato oggettivo del vertice è l'avvio dei negoziati di adesione all'Ue per la Bosnia-Erzegovina, sia pure con un caveat: il Consiglio Europeo ''invita la Commissione a preparare il quadro negoziale, nell'ottica della sua adozione da parte del Consiglio nel momento in cui tutti i passi rilevanti delineati nella raccomandazione del 12 ottobre 2023 saranno stati compiuti''. La presidente Ursula von der Leyen ha definito ''impressionanti'' i progressi fatti da Sarajevo in un anno, da quando le è stato accordato lo status di candidato all'adesione all'Ue, cosa che prova il potere trasformativo della prospettiva di aderire all'Unione, su un Paese che ne è fuori. Sulla guerra in Ucraina, i leader scrivono che ''la Russia non deve prevalere'', il che implica l'ammissione implicita che la possibilità esiste. E dunque, ''vista l'urgenza della situazione, l'Ue è determinata a continuare a fornire all'Ucraina (…) tutto il necessario supporto politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico, per tutto il tempo necessario e con l'intensità necessaria''. Si promette di ''accelerare e intensificare'' la consegna degli ''aiuti militari'' e si ''accoglie con favore'' l'iniziativa della Repubblica Ceca, che sta acquistando 800mila proiettili d'artiglieria da Paesi terzi, consentendo all'Ue di ''onorare l'impegno di fornire all'Ucraina un milione di munizioni pesanti''.
L’Ue
Come è stato notato, la piccola Repubblica Ceca ha fatto di più da sola dell'Unione a 27, ma, come ha detto la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, l'Ue è nata come un ''antidoto alla guerra'', è un progetto di pace. La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina ''ha cambiato tutto'', ma non sono cambiamenti che si possono fare dalla sera alla mattina. Intanto, si accolgono con favore gli ''accordi bilaterali sugli impegni per la sicurezza conclusi dall'Ucraina con diversi Stati membri'', come era stato promesso al vertice Nato di Vilnius, in Lituania. Creando un Fondo per l'assistenza all'Ucraina all'interno dell'Epf, si è assicurata continuità agli aiuti militari a Kiev, cosa che i leader sottolineano nelle conclusioni. Si auspicano anche ulteriori misure volte a contenere gli aggiramenti delle sanzioni imposte alla Russia e si esprime ''estrema preoccupazione'' per le forniture di droni a Mosca da parte dell'Iran. Si assicura, infine, sostegno alla Moldova e alla Georgia. Sul Medio Oriente, i leader chiedono una ''immediata pausa umanitaria che porti a un cessate il fuoco sostenibile, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e la fornitura di assistenza umanitaria''. Dopo aver reiterato la condanna nei confronti di Hamas per gli ''attacchi terroristici'' del 7 ottobre, il Consiglio esprime ''profonda preoccupazione'' per la ''catastrofica situazione umanitaria'' nella Striscia di Gaza, sottolineando ''l'imminente rischio di carestia provocata dall'ingresso insufficiente di aiuti a Gaza''. Per scongiurarla, ''servono ulteriori accessi e vie di terra''. Vanno evitati ''ulteriori spostamenti di popolazione'' e si esorta il governo israeliano a non lanciare una offensiva di terra a Rafah, che ''peggiorerebbe la già catastrofica situazione umanitaria'' e impedirebbe la consegna di aiuti. Oltre ''un milione'' di civili palestinesi si è rifugiato in quell'area, rimarcano. I capi di Stato e di governo stigmatizzano con forza le ''violenze sessuali'' avvenute durante ''l'attacco del 7 ottobre'' e sostengono le indagini ''indipendenti'' su tutte ''le accuse di violenza sessuale'', prendendo ''atto'' anche dei rapporti della relatrice speciale per le Nazioni Unite Reem Alsalem, giordana. Sul ruolo dell'Unrwa, si sottolinea il lavoro ''essenziale'' che svolge e si accoglie ''con favore'' l'avvio dell'indagine interna e dell'audit esterno lanciati in seguito alle accuse formulate da Israele, secondo cui 12 dipendenti dell'agenzia avrebbero preso parte ai pogrom del 7 ottobre. I leader invocano anche, d'altra parte, ''l'immediato arresto della violenza'' in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, nonché l'accesso ''sicuro'' ai luoghi santi. Infine, ribadiscono che l'Ue è impegnata per una ''pace sostenibile e duratura, basata sulla soluzione a due Stati''.
Meloni
Dal suo canto la premier Giorgia Meloni si è detta soddisfatta della proroga degli aiuti europei all'agricoltura decisa 'su impulso dell'Italia'. Sulla difesa europea, ha spiegato, “resta il nodo delle risorse: sono favorevole a rafforzare l'industria della difesa ma dobbiamo fare i conti con le risorse a disposizione”. Tra le ipotesi, quella che riguarda la Bei “trova molto consenso, ma è un dibattito in divenire”, ha aggiunto. Infine, rispondendo ai giornalisti sui complimenti che il premier ungherese Orban ha inviato al presidente russo Putin per la vittoria alle elezioni presidenziali, ha affermato chiaramente: “Non condivido quella lettera e quegli auguri, conoscete la mia posizione”. Meloni ha anche avuto un faccia a faccia con il presidente francese Macron, un incontro definito “di convergenza” su Ucraina, migranti e Medio Oriente.