Consulta, lecito aiuto al suicidio in casi come Dj Fabo

Consulta, lecito aiuto al suicidio in casi come Dj Fabo

Consulta, lecito aiuto al suicidio in casi come Dj Fabo


25 settembre 2019, ore 19:57 , agg. alle 21:40

Secondo la Corte Costituzionale, sul fine vita è indispensabile un intervento di legge

E' lecito l'aiuto al suicidio nei casi come quelli del caso di Dj Fabo. La Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile ai sensi dell'articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, "chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". In attesa di un "indispensabile intervento del legislatore", la Corte Costituzionale ha "subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Ssn (Servizio sanitario nazionale) , sentito il parere del comitato etico territorialmente competente". I giudici si sono espressi sulla questione della punibilità dell'aiuto al suicidio assistito, sollevata dai giudici nel corso del processo a Marco Cappato per il caso di Fabiano Antoniani. Noto come Dj Fabo, il quarantenne è rimasto tetraplegico, dopo un incidente ed è morto in Svizzera col suicidio assistito. Nel febbraio 2017, ad accompagnare Antoniani oltre confine, era stato da Marco Cappato, radicale dell'Associazione Coscioni. Lo stesso Cappato ha commentato: " Da oggi in Italia siamo tutti più liberi".  Una sentenza che "sconcerta e preoccupa" il mondo cattolico. Sono le dure le parole con le quali la Conferenza episcopale italiana ha preso le "distanze" dalla decisione della Consulta. La Chiesa italiana chiede ora per gli operatori sanitari "la liberta' di scelta", ovvero la garanzia dell'obiezione di coscienza.