Continua a rallentare l'epidemia Covid in Italia, Rt medio a 0,93, incidenza nazionale a 1363 casi ogni 100mila abitanti
04 febbraio 2022, ore 09:46
Migliora anche la situazione degli ospedali. Nelle terapie intensive il tasso di occupazione è al 14,8%, nei reparti ordinari i posti letto occupati sono il 29,5%. Rischio alto in 3 regioni e province autonome per il mancato invio di dati
I dati del report settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e della Cabina di regia certificano ancora una volta il rallentamento dell’epidemia covid in Italia. L’incidenza, nella settimana tra il 21 e il 27 gennaio, è stata pari a 1.362 casi ogni 100 mila abitanti, contro i 1.823 della settimana precedente. Sono solo la provincia autonoma di Bolzano, con un valore di 2.288,7, e le Marche, a 2.128,6, a registrare questa settimana una incidenza superiore a 2 mila casi ogni 100 mila abitanti. Subito sotto si posiziona il Friuli Venezia Giulia a 1.963,5. Il valore più basso lo registra la Sardegna a 491,3.
Rt medio a 0,93
L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 0,93, tra il 12 e il 25 gennaio, ben sotto della soglia epidemica e comunque inferiore allo 0,97 della precedente rilevazione. Secondo i dati del monitoraggio diminuisce anche il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione, passano da 652.401 a 553.860, e la percentuale di positivi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, da 18% a 17%. È stabile invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, al 38%, ed anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening, al 45%.
La situazione degli ospedali
Migliora anche la situazione negli ospedali. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è al 14,8%, in calo rispetto allo 16,7% del 27 gennaio. Nelle aree mediche i pazienti covid occupano invece il 29,5% dei posti letto contro il 30,4% precedente. La maggiore occupazione nelle terapie intensive per pazienti Covid si registra questa settimana nelle Marche, con un valore del 26,3%. Seguono la Provincia autonoma di Trento al 24,4% ed il Friuli Venezia Giulia al 21,1%. Per quanto riguarda i reparti ordinari, invece, la situazione più difficile questa settimana è rilevata in Friuli Venezia Giulia (38,8%), Liguria (38,3%) e Sicilia (38,3%).
Rischio alto in 3 regioni
Secondo l’Istituto superiore di sanità, sono tre le regioni e province autonome classificate a rischio alto a causa dell’impossibilità di valutazione per l’incompletezza dei dati inviati. Tre sono a rischio moderato, mentre le restanti 15 regioni e province autonome sono classificate a rischio basso. "Dieci Regioni e province autonome riportano almeno una singola allerta di resilienza. Una Regione riporta molteplici allerte di resilienza", precisa l'Iss.