Continua a ridursi il buco dell'ozono sull'Antartide, oggi è 23,2 milioni di chilometri quadrati

Continua a ridursi il buco dell'ozono sull'Antartide, oggi è 23,2 milioni di chilometri quadrati

Continua a ridursi il buco dell'ozono sull'Antartide, oggi è 23,2 milioni di chilometri quadrati Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


Si riduce il buco dell’ozono sull’Antartide, quest’anno è leggermente inferiore rispetto a quella dello scorso anno, ha raggiunto i 23,2 milioni di chilometri quadrati

Continua a ridursi il buco dell'ozono che annualmente si forma sopra l’Antartide. Secondo gli ultimi calcoli, nel periodo intercorso tra il 7 settembre e il 13 ottobre scorsi, ha raggiunto i 23,2 milioni di chilometri quadrati. Si tratta di un'area leggermente inferiore rispetto a quella rilevata 365 giorni prima e questo, sempre secondo gli studiosi del fenomeno, conferma il trend di chiusura osservato negli ultimi vent'anni.


La paura del vulcano Hunga Tonga

Lo studio prende in considerazione i dati, ottenuti dai satelliti della Nasa e da quelli dell'agenzia statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration, che hanno dimostrato l’infondatezza dei timori sulle conseguenze che avrebbe potuto aver l’eruzione del vulcano Hunga Tonga nell'Oceano Pacifico, avvenuta nel mese di gennaio di quest’anno sul buco dell’ozono. La paura è stata quella che l’eruzione avrebbe potuto aumentarne la dimensione. Ma così, sempre secondo i dati rilevati dai satelliti, non è stato. I timori erano sorti ricordando l’eruzione del vulcano Pinatubo nelle Filippine risalente al 1991, che aveva invece contribuito ad amplificato l'esaurimento dello strato di ozono a causa delle notevoli quantità di anidride solforosa rilasciate.


La responsabilità dei cambiamenti climatici

Il buco dell’ozono è correlato ai cambiamenti climatici e Paul Newman del Goddard Space Flight Center della Nasa sostiene che “I mutamenti meteorologici e altri fattori fanno oscillare leggermente i numeri tra una settimana e l'altra, ma nel complesso il buco si sta richiudendo”, sottolineando che “L'eliminazione delle sostanze dannose per l'ozono, stabilita dal Protocollo di Montreal del 1989 sta funzionando”.


L’ozono

L’ozono forma uno strato nella stratosfera che serve per protegge il nostro pianeta dai raggi ultravioletti del Sole. Nel mese di settembre questo strato si assottiglia provocando il cosiddetto “buco dell'ozono" sopra il Polo Sud. Succede ogni inverno australe perché molecole reattive di cromo e bromo presenti nell'atmosfera, dovute alle sostanze prodotte dall’attività umana, si attaccano alle nubi in alta quota e, quando il Sole torna a sorgere alla fine dell'inverno, iniziano a distruggere l'ozono.


Un secondo buco dell’ozono

Se dai dati della Nasa emerge che il buco dell’ozono sull’Antartide si sta riducendo, un’altra ricerca, pubblicata lo scorso mese di luglio, dall’Università canadese di Waterloo, ipotizza che possa esistere un secondo buco dell’ozono sopra i tropici che sarebbe sette volte più grande di quello sopra l’Antartide, ma a differenza di quest’ultimo, lo strato si assottiglierebbe principalmente in primavera.



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