13 febbraio 2020, ore 14:00
Sono dovuti rimanere un’altra notte in ospedale perché nessuno li accettava, racconta una delle infermiere dello Spallanzani
“Non erano preoccupati per il fatto di essere stati ricoverati ma li preoccupava il fatto che gli alberghi non li accettavano e sono dovuti rimanere un'altra notte”. Queste le parole di Regina, una delle infermiere che ha assistito i venti cinesi ricoverati allo Spallanzani, dimessi questa mattina dall'ospedale. Facevano parte della comitiva dei due connazionali ancora ricoverati nell'ospedale romano. “Lo stesso con i taxi: li chiamavano parlando in inglese ma quando i tassisti vedevano che erano cinesi non li facevano salire”, prosegue l’infermiera. Inoltre ha raccontato che già nella giornata di ieri erano senza mascherina, senza guanti e avrebbero potuto socializzare e anche uscire, “ma non hanno trovato posto, non avevano dove andare. Loro volevano uscire, pernottare fuori ma non è stato possibile”. I turisti, con giacconi e trolley, sono saliti su un pullman bianco diretto all'aeroporto. Ieri sera, a quanto riferito, era stata organizzata una piccola festa di saluto in ospedale con tanto di palloncini. Agli ormai ex pazienti sono stati fatti dei piccoli doni: un astuccio con dei colori per i bambini, il libro sulle dimore storiche e le bellezze del Lazio agli adulti.
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