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Corte Costituzionale, buona la ventesima votazione: finalmente al completo dopo l’accordo al fotofinish

Corte Costituzionale, buona la ventesima votazione: finalmente al completo dopo l’accordo al fotofinish

Corte Costituzionale, buona la ventesima votazione: finalmente al completo dopo l’accordo al fotofinish Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Francesco Saverio Marini, Massimo Luciani, Alessandra Sandulli e Roberto Cassinelli sono i nuovi Giudici della Consulta eletti dal Parlamento in seduta comune. Soddisfatta la premier Meloni, decisiva per l’intesa una sua telefonata con la leader PD Schlein

Buona la ventesima! Francesco Saverio Marini, Massimo Luciani, Maria Alessandra Sandulli e Roberto Cassinelli sono i nuovi Giudici della Corte Costituzionale eletti dal Parlamento in seduta comune dopo 19 fumate nere e un accordo notturno al fotofinish fra maggioranza e opposizione, grazie ad una telefonata fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein.

L’indicazione

A senatori e deputati, l'indicazione definitiva sui nomi da votare è arrivata poco prima dell'inizio della seduta a Montecitorio con un sms sui telefonini. E' stato il prestigio e l'esperienza dell'avvocato Roberto Cassinelli, avvocato 69enne, genovese, già deputato e senatore di Forza Italia, ma soprattutto liberale malagodiano, a sbloccare l'impasse che soprattutto fra le file del partito post-berlusconiano avevano ulteriormente ritardato l'accordo. Mentre su Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni a Palazzo Chigi, in quota FdI; Massimo Luciani, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico a La Sapienza' sostenuto dal Pd e Alessandra Sandulli, professoressa ordinaria di diritto amministrativo all'Università di Roma Tre e considerata un'esponente tecnico, avevano già concordato tutte le forze politiche, il partito di Antonio Tajani si è a lungo diviso senza trovare una quadra sul candidato.

Tajani

Fino a quando il segretario di Fi, vice premier e ministro degli Esteri Tajani non ha tirato fuori il nome di Roberto Cassinelli, sul quale nessuno all'interno e all'esterno del partito e della maggioranza ha potuto eccepire. Un applauso liberatorio dei deputati e senatori ha sottolineato il superamento maggioranza dei tre quinti dei componenti dell'Assemblea, pari a 363 voti, necessaria per l'elezione. Così con il sollecito giuramento di insediamento al Quirinale dei quattro giudici Costituzionali, sui cinque di nomina parlamentare, si ripristina e completa l'assetto del plenum della Consulta, da sette mesi ridottosi via via fino al limite del numero legale. Una essenziale pienezza del plenum della Corte Costituzionale più volte sollecitata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonché da ultimo dal neo presidente della Consulta, Giovanni Amoroso.

Sandulli

Maria Alessandra Sandulli è la giudice costituzionale donna eletta dal Parlamento in seduta comune. Unica donna nella rosa dei 4 GIUDICI mancanti, porta a quota 9 il numero totale delle donne elette alla Corte costituzionale nella storia della Repubblica; ed a quota due quelle elette dal Parlamento nel più giovane organo costituzionale della Repubblica, nato con la Costituzione del 1948 ed in funzione dal 1956. Un magro risultato per il Legislatore se si guarda alle quote di genere e si considerano le caselle che erano rimaste vacanti, quattro. Il numero appare ancor più esiguo se si confronta al totale degli uomini che hanno ricoperto ad oggi il prestigioso incarico di giudice costituzionale, 113 in tutto su un totale di 125 GIUDICI investiti e se si osserva l'estrema lentezza del ritmo di crescita. Il primo varco d'ingresso del gentil sesso al prestigioso Palazzo 'dirimpettaio' del Quirinale è infatti stato aperto ben 40 anni fa, quando Fernanda Contri fu nominata alla Corte nel novembre del 1996 dal presidente della Repubblica di allora, Oscar Luigi Scalfaro. Da allora solo otto altre donne sono diventate GIUDICI costituzionali: Maria Rita Saulle, Marta Cartabia, Daria De Pretis, Silvana Sciarra, Emanuela Navarretta, Maria Rosaria San Giorgio, Antonella Sciarrone Alibrandi, Maria Alessandra Sandulli.

Il divario

Il divario persiste ancora oggi: in un Collegio di 15 GIUDICI costituzionali, solo quattro di essi sono donne, e tre di loro tra l'altro neanche di nomina parlamentare: Sciarrone Alibrandi e Navarretta sono infatti state incaricate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e San Giorgio dalla Corte di cassazione. Certamente la presenza femminile è più massiccia rispetto al passato ma dal momento che il Parlamento oggi ha eletto 4 mancanti - che dopo l'ok della Corte andranno a sostituire Silvana Sciarra (decaduta nel novembre 2023), Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti (decaduti nel dicembre 2024) - deputati e senatori hanno perso l'occasione di 'riequilibrare' la partita, riducendo ulteriormente i gap portando il Collegio al suo plenum (15 GIUDICI) per la prima volta nella sua storia ad un quasi riequilibrio, con 7 donne in quota rosa. Tanto più che tra i tre organi dello Stato incaricati della nomina dei 15 GIUDICI costituzionali che compongono la Corte (per un terzo il Presidente della Repubblica, per un terzo il Parlamento in seduta comune, per un terzo le supreme magistrature ordinaria e amministrativa) è il Quirinale quello a detenere lo scettro storico delle quote rosa, con ben 6 nomine delle 8 complessive a palazzo della Consulta. Fu infatti l'ex presidente Scalfaro a nominare Contri, così come poi successivamente fu sempre il Quirinale ad indicare ben altre 5 GIUDICI donna: Maria Rita Saulle fu incaricata nel novembre 2005 dall'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi; Marta Cartabia nel settembre 2011 fu nominata dall'ex presidente Giorgio Napolitano; Daria De Pretis, fu scelta sempre da Napolitano nell'ottobre 2024; Emanuela Navarretta fu scelta nel settembre 2020 dal presidente Sergio Mattarella, a cui va intestata anche la nomina di Antonella Sciarrone Albrandi, nel novembre 2023.

Le reazioni

Soddisfatta dell’accordo raggiunto tra le forze parlamentari, la premier Giorgia Meloni. Il vicepremier Tajani, leader di Forza Italia, appena uscito dall'aula, dopo aver votato, si è espresso così: "Avete raccontato cose che non esistevano, non so perché... Non c'è mai stato un problema sul candidato che doveva esprimere il centrodestra. Che ci fossero legittime aspirazioni sì, ma non abbiamo mai litigato nel partito. Abbiamo sempre detto sin dall'inizio e lo sapevano tutti i parlamentari che c'era un accordo di non mettere parlamentari in carica''. Ha sorriso a lato Angelo Bonelli di Avs: "La destra ha mostrato irresponsabilità anche qui".



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