Costruire ponti, fra Stati e popoli, il sogno concreto di Papa Francesco
17 agosto 2015, ore 09:51 , agg. alle 11:20
Don Dario Viganò spiega a Rtl 102.5 perchè il Segretario di Stato Usa ha ringraziato calorosamente il Pontefice, per il lavoro a Cuba
Non è stato certo un caso, se il Segretario di Stato Usa, John Kerry, ha voluto ringraziare pubblicamente e con enfasi Papa Francesco.
Se Usa e Cuba, oggi, possono pensare a un futuro finalmente diverso, non lo devono solo alla volontà di Barack Obama, deciso a lasciare un segno nella Storia, ma anche all'impegno di Papa Bergoglio. Per il Pontefice, l'unica cosa impossibile è rinunciare a far dialogare i popoli.
"Tutte le separazioni possono trasformarsi in ponti". Sono le parole di Papa Francesco, riportate questa mattina, a Rtl 102.5, da Monsignor Dario Viganò, Direttore del Centro Televisivo Vaticano, nella sua rubrica settimanale del lunedì mattina, 'Buongiorno, sono Francesco'. Ancora più importanti e concrete, parlando della storica riapertura dell'ambasciata degli Usa a Cuba. Un risultato, per cui è arrivato il 'grazie' al Pontefice del Segretario di Stato americano, John Kerry.
"C'è stata una grande tessitura della tela, da parte della Segreteria di Stato vaticana - sottolinea Monsignor Viganò - un lavoro straordinario del Cardinale dell'Avana. Un grande impegno della diplomazia vaticana, favorito da una circostanza che spesso sfugge: la diplomazia della Santa Sede è, in fondo, quella che ha meno interessi diretti da difendere. Piuttosto, ha tutto l'interesse a far parlare gli Stati, anche quelli che non hanno rapporti diplomatici, come nel caso di Stati Uniti e Cuba da decenni". "La miglior guerra è quella che non si fa - continua - e questo Pontificato va nella direzione della costruzione di un mondo nuovo, abitato dalla speranza!".
Ricordando, poi, il prossimo viaggio apostolico di Papa Francesco, in programma a settembre, proprio negli Usa e a Cuba, Monsignor Dario Viganò ha dichiarato a Rtl 102.5: "E' molto significativo che il viaggio del Papa non vada dagli Usa a Cuba, ma da Cuba agli Stati Uniti. E' un segno importante - sottolinea il Direttore del Centro Televisivo Vaticano - rispetto alla necessità di far continuare quel processo, avviato dalla riapertura dei rapporti diplomatici, ma atteso da prove durissime, come la cancellazione dell'embargo, la questione della base di Guantanamo, un'apertura ai viaggi fra i due Paesi, che non determini un'invasione".
"Sarà un viaggio particolarmente importante, quello di Papa Francesco a settembre. Il Pontefice potrà aiutare, perché non ci sia un assorbimento di Cuba, negli Usa. Piuttosto, perché Cuba possa esprimere la propria cultura e autonomia, rispetto agli Stati Uniti stessi". "Siamo in un momento molto importante e significativo - ammonisce Monsignor Viganò - ma siamo all'inizio di un processo ed è importante che non ci si fermi o, peggio, si torni indietro".
Monsignor Viganò conclude: "E' Importante ricordare che, per arrivare al risultato di oggi, i politici hanno anche potuto contare sul lavoro di anni della Chiesa a Cuba. Una presenza, che ha preparato il terreno. I politici, del resto, sono tali anche perché sanno intercettare i sentimenti delle popolazioni. Quello che ha fatto la Chiesa, nella società cubana, è stato certamente preparatorio e importante, per quei miracoli che ritenevamo impossibili".