Covid 19, vaccino, nel Regno Unito la regina Elisabetta, 94 anni, e il principe Filippo, 99 anni, daranno l'esempio

Covid 19, vaccino, nel Regno Unito  la regina Elisabetta, 94 anni, e il principe Filippo, 99 anni, daranno l'esempio

Covid 19, vaccino, nel Regno Unito la regina Elisabetta, 94 anni, e il principe Filippo, 99 anni, daranno l'esempio


07 dicembre 2020, ore 21:43
agg. 09 dicembre 2020, ore 10:07

L'Inghilterra ha ordinato 40 milioni di dosi del siero Pfizer- BionNTech per la prima vaccinazione, 20 milioni per il richiamo, sono già arrivate 800.000 unità

Scattano le prime vaccinazioni anti Covid nel Regno Unito, che è il primo Paese occidentale ad aver dato il via libera alla somministrazione pubblica e primo in tutto il globo ad aver autorizzato il prototipo elaborato dai laboratori tedeschi BioNTech in partnership con il colosso farmaceutico americano Pfizer. Matt Hancock, ministro della Salute del governo di Boris Johnson, che parla di "un V-Day" nella lotta contro la pandemia, e i vertici del servizio sanitario nazionale del Regno (Nhs), precisano tuttavia che l'operazione richiederà mesi. "Sarà una maratona, non uno sprint", ha ribadito il professor Stephen Powis, direttore medico dell'Nhs e fra i consulenti di punta del governo, ricordando che si inizierà dalle case di riposo (degenti e personale) e subito dopo da tutti le persone di oltre ottant’anni del Paese e da medici e infermieri. Le prime dosi del vaccino sono disponibili da qualche giorno Al momento il Regno ha ricevuto circa 800.000 vaccini, ma ne ha preordinati alla Pfizer già 40 milioni per garantire la prima dose e poi il richiamo a 20 milioni di cittadini. Poi ne ordinerà anche alle altre aziende. Un quantitativo che è calcolato per coprire gran parte delle 9 categorie prioritarie inserite (per età e vulnerabilità) nella fase 1 della campagna, fino agli over 50. Con "la stragrande maggioranza" dei gruppi più a rischio vaccinati "fra gennaio, febbraio e marzo" secondo i calcoli della Nhs. Gli aventi diritto saranno contatti di persona e in maniera graduale dal sistema sanitario Nazionale. La velocità con cui le autorità inglesi hanno dato il via libera al siero, è stata oggetto di polemiche e critiche. Secondo l’istituto europeo del farmaco sono stati saltati alcuni passaggi.


I reali per se stessi, ma anche per convincere alla vaccinazione il Regno Unito

Negli Stati Uniti l’ex presidente Barack Obama ha annunciato, giorni addietro, di essere pronto a farsi vaccinare pubblicamente in tv o in un video, lo stesso faranno gli ex presidenti Bill Clinton e George W. Bush, con l'obiettivo di trasmettere fiducia a tutti gli americani ancora scettici sull'efficacia del rimedio anti-Covid-19. E c’è ne sono molti. In ogni caso negli States si è programmata la vaccinazione per cento milioni di persone, entro febbraio. Nel Regno Unito, se possibile, il messaggio sarà ancora più forte. È noto da qualche tempo che la regina Elisabetta, 94 anni, e il principe Filippo, 99 anni, saranno vaccinati contro il coronavirus "nelle prossime settimane". Forse anche loro con immagini che mostreranno il momento. È il daily mail a riportarlo, precisando che non è previsto per loro alcun trattamento preferenziale rispetto a tutti gli altri cittadini del Regno Unito dove è stata approvata la distribuzione del vaccino Pfizer-BioNTech. Tutti gli altri componenti della famiglia reale inglese verranno vaccinati secondo la tempistica in relazione all’età. E senza alcun tipo di favoritismo. In Inghilterra, come negli altri paesi, si ritiene che il messaggio lanciato dalla regina, dagli altri reali, sarebbe molto efficace per contrastare lo scetticismo. È possibile che nell’operazione possano avere un ruolo anche il principe Carlo e il principe William.


I reali già nel 1957 erano pro- vax

Ma non è la prima volta che nel Regno Unito la famiglia reale fa propaganda per un vaccino, anche se quello anticovid ha una storia diversa dall’antipolio. Nel 1957, la regina Elisabetta aveva reso noto che i figli Carlo e Anna erano stati vaccinati contro la poliomielite, per combattere la paura contro l’immunizzazione.


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