Covid, il governo fa slittare la decisione sulle nuove misure restrittive, ma è scontro nella maggioranza

Covid, il governo fa slittare la decisione sulle nuove misure restrittive, ma è scontro nella maggioranza

Covid, il governo fa slittare la decisione sulle nuove misure restrittive, ma è scontro nella maggioranza


Le ipotesi che circolano sono quelle di weekend blindati, con ristoranti e bar chiusi, e zone rosse automatiche quando l'incidenza dei casi settimanali supera i 250 ogni 100.000 abitanti, i rigoristi, però, vorrebbero un lockdown totale almeno per 3 settimane

La decisione finale è rinviata a domani. Alle 17 si è riunita a Palazzo Chigi la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi, un vertice che ha esaminato il parere del Comitato tecnico scientifico per tracciare le nuove misure di contrasto alla pandemia, che saranno contenute in un decreto che rinnoverà l'ultimo Dpcm varato recentemente dal nuovo governo.


La cabina di regia


Alla cabina di regia hanno partecipato il presidente del Consiglio e i capi delegazione dei partiti di maggioranza: Maria Stella Gelmini, Dario Franceschini per il Pd, Elena Bonetti per Italia viva, Giancarlo Giorgetti per la Lega, il ministro della SaluteRoberto Speranza (Leu) e i ministri Daniele Franco e Stefano Patuanelli. Presenti a Palazzo Chigi anche il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il segretario generale Roberto Chieppa, il capo di Gabinetto di Draghi, Antonio Funiciello, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il direttore del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. A preoccupare l'esecutivo è l'impennata dei contagi provocata dalle varianti del coronavirus e l'aumento dei pazienti ricoverati in terapia. L'intenzione di Draghi, quindi, è di agire in fretta per evitare il collasso dei reparti negli ospedali e dare un'accelerata alle vaccinazioni. Per questo motivo, il governo varerà entro venerdì un nuovo Dpcm. Però il presidente del Consiglio deve trovare una mediazione tra i rigoristi, come Speranza e Franceschini, e chi invece vorrebbe misure più blande come la Lega. Le ipotesi che circolano in queste ore sono quelle di weekend blindati, con ristoranti e bar chiusi, e zone rosse automatiche quando l'incidenza dei casi settimanali supera i 250 ogni 100.000 abitanti (o in caso di focolai dovuti alle nuove varianti). I rigoristi, però, vorrebbero un lockdown totale almeno per tre settimane. I presidenti di Regione, che incontreranno domani i ministri Speranza e Gelmini, sono d'accordo sulla necessità di una nuova stretta.


La nuova Pubblica Amministrazione


Intanto il patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale "inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali e il negoziato che si apre per il rinnovo contrattuale avverrà in questo contesto". Alla firma del protocollo Governo-sindacati a Palazzo Chigi, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha annunciato che venerdì saranno convocate le organizzazioni rappresentative del pubblico impiego con "l'obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi". Brunetta ha sottolineato che questo "è per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro". Il governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all'Aran. I rinnovi per il triennio 2019-2021interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici per un aumento medio di circa 107 euro (finanziamenti già stanziati e che, dunque, saranno sbloccati). Il confronto in sede Aran sarà anche l'occasione per definire linee di intervento sul lavoro agile. Nei futuri contratti del pubblico impiego sarà infatti definita una disciplina normativa ed economica dello smart working per superare l'attuale assetto emergenziale, garantendo condizioni di lavoro trasparenti e conciliando le esigenze dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni. I rinnovi salvaguarderanno l'elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti per il triennio 2016-2018, che confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto come elemento distintivo della retribuzione. Al fine di sviluppare la contrattazione collettiva integrativa il governo, previo confronto, individuerà le misure legislative utili a valorizzare il ruolo della contrattazione decentrata. Attraverso i contratti si provvederà inoltre alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze.


La soddisfazione dei sindacati


"Benissimo la notizia che dopo questo patto partirà già da venerdì un confronto con i sindacati di categoria - ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - si apre una fase molto importante e significativa". Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha invece sottolineato che con la firma del protocollo si chiude "dopo tanti anni una vertenza sui temi che riguardano i processi di valorizzazione del lavoro pubblico" e si "dà una spinta potente al rinnovo dei contratti nazionali". Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha infine affermato che nell'accordo "sono previste scelte strategiche su investimenti, digitalizzazione e semplificazione amministrativa. Sono previste cose che fino a ieri non c'erano".


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