Covid, in una settimana aumentano i contagi, ma diminuiscono ricoveri e morti
17 marzo 2022, ore 13:30
I dati settimanali sono stati pubblicati dalla Fondazione Gimbe: + 36% di contagi, rallenta la discesa dei ricoveri. Ma terapie intensivce e decessi restano sotto controllo. E il governo allenta le misure dal primo aprile
AUMENTANO I CONTAGI, NON I MORTI
Nell’ultima settimana si è registrata una impennata nel numero dei contagi. Il virus ha ripreso a circolare, soprattutto a causa dell’allentamento delle misure di contenimento. Ma per fortuna resta basso il numero di ricoveri in terapia intensiva e di morti. In sette giorni i nuovi casi sono stati il 36% in più rispetto alla settimana precedente. A rilevarlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che nella settimana 9-15 marzo, rispetto alla precedente, fotografa l'aumento dei nuovi casi: quasi 380mila (379.792), contro 279mila. Continua invece la diminuzione dei decessi (976 contro 1.201) che è pari a -18,7%. I casi attualmente positivi salgono a 1.036.124 (erano 1.011.521) e aumentano anche le persone in isolamento domiciliare (1.027.149 contro 1.002.153). Frena la discesa dei ricoveri Covid in area medica (è stata del 3,5% nell'ultima settimana). I ricoveri con sintomi calano a 8.473 (erano 8.776 la settimana precedente) e le terapie intensive passano da 592 a 502, con un calo del 16,4%.
VACCINAZIONI IN BRUSCA FRENATA
La campagna vaccinale è in stallo. Chi voleva vaccinarsi, lo ha fatto da tempo. Chi è scettico, o addirittura contrario, ormai non cambia più idea. Anche perché il virus adesso fa meno paura e gradualmente stanno per cadere anche le restrizioni per i non vaccinati. E' ancora in calo nell'ultima settimana il numero di somministrazioni (441.837), con una media mobile a 7 giorni di 63.120 somministrazioni al giorno: si riducono del 6,6% le terze dosi e del 22,3% i nuovi vaccinati. Non crescono dunque, afferma Gimbe, le percentuali di popolazione vaccinata con almeno una dose (85,6%) e con ciclo completo (83,8%). Il tasso di copertura delle terze dosi è invece all'83,5%, con nette differenze regionali, mentre sono 35.390 le quarte dosi somministrate agli immunocompromessi. In sostanza sono quasi sette milioni le persone che in Italia non hanno ricevuto nemmeno una dose del vaccino anti Covid.
ALLARME O NO?
Gli esperti analizzano con attenzione, ma anche con una certa serenità, questa tendenza che vede i contagi in crescita. Dal presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta arriva un appello alla prudenza: “Nel nostro Paese la circolazione virale è ancora molto elevata e la curva dei contagi ha ripreso a salire: tuttavia, a fronte dell'imminente fine dello stato di emergenza, il Governo si riunirà a breve per decidere se e quali misure abolire a partire dal primo aprile. Auspichiamo che in quella sede le decisioni vengano informate dalle evidenze scientifiche e dalla situazione epidemiologica e non dallo spirito di emulazione di altri Paesi più temerari, dove peraltro hanno ripreso a crescere non solo i contagi, ma anche le ospedalizzazioni”. Meno allarmista la giornalista Margherita De Bac, che si occupa di salute su “Il Corriere della Sera” e che è intervenuta questa mattina in diretta su RTL 102.5 durante la trasmissione Non Stop News: “ In Italia c’è stata una crescita di contagi, quasi una impennata. Non era prevista, è dovuta alla maggiore trasmissibilità di questo virus, che però non pericoloso: i vaccinati, soprattutto se hanno tre dosi, non rischiano nulla a meno che non abbiano altre patologie concomitanti che potrebbero invece portare a un ricovero in ospedale”.