Covid: Pechino allarga il target dei test di massa ad altri 20 milioni di persone, in calo infezioni a Shangai
26 aprile 2022, ore 10:12
In Cina focus su Pechino: da oggi fino al 30 aprile estesi test all'acido nucleico in altri 11 distretti della megalopoli per rafforzare la prevenzione contro la variante Omicron del Covid
Test per 20 milioni di abitanti
Pechino ha avviato oggi i test di massa anti-Covid in altri 10 distretti della città, in aggiunta a quello centrale di Chaoyang, puntando alla copertura di circa 20 dei suoi 23 milioni di residenti totali, tra i diffusi timori di un prossimo lockdown rigido come quello ancora operativo a Shanghai, il peggior focolaio della Cina. La capitale ha reso noto di aver accertato lunedì altri 32 contagi di Covid-19, più un asintomatico, in base ai dati della Commissione sanitaria municipale. A Shanghai, invece, con 52 nuovi decessi, le infezioni sono scese a 17.000 (dalle circa 19.500 di domenica), di cui 1.661 confermate e 15.319 asintomatiche.
Misure economiche di sostegno a imprese colpite dal Covid
La Banca centrale cinese (Pboc) ha assicurato che rafforzerà "il sostegno prudente" della politica monetaria all'economia reale a rischio frenata, in particolare alle piccole imprese colpite dal Covid-19. La Cina "manterrà una liquidità ragionevolmente ampia e stimolerà uno sviluppo sano e stabile dei mercati finanziari", ha detto la Pboc in una nota sul suo sito web, rispondendo a una domanda della testata Financial News sulle oscillazioni dei mercati finanziari. La Pboc, inoltre, aggiungerà altri 100 miliardi di yuan (15,3 miliardi di dollari) per sostenere lo sviluppo del carbone, aumentando la capacità di stoccaggio.
Situazione stabile in Italia, esperti consigliano prudenza
In Italia, siamo in una situazione di sostanziale stabilità del Covid, da alcune settimane su un plateau con leggere fluttuazioni in salita, ma la circolazione del virus resta ancora alta e si intravedono i primi segni di un nuovo possibile aumento della curva. I dati giornalieri infatti - come sempre accade nei giorni festivi - segnano una riduzione dei casi per effetto del minor numero di test eseguiti. scenario delicato quindi quello che arriverà sul tavolo di tecnici e governo per stabilire se abolire l'obbligo di utilizzo delle mascherine al chiuso. La decisione arriverà in settimana ma gli epidemiologi e i medici sono concordi sulla necessità di non allargare troppo le maglie delle misure, di andare per gradi, aspettando ancora qualche settimana. Per Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, abolire da primo maggio l'obbligo di mascherina in tutti i locali al chiuso e nei mezzi di trasporto è una decisione azzardata, "perché con questo livello di circolazione virale nei locali affollati e/o scarsamente areati la probabilità di contagio e' molto elevata". Impossibile per ora capire se c'è stato un eventuale "effetto Pasqua", serviranno ancora diversi giorni, quando la normale attività di testing, che in questo lungo periodo di festività ha avuto un forte rallentamento, riprenderà normalmente. Solo allora sarà possibile verificare pienamente il trend. Ma certamente un eventuale addio alle mascherine, a queste condizioni, per Cartabellotta, rappresenterebbe un serio rischio: "al momento l'orientamento è quello di lasciarle sui mezzi pubblici e nei locali come cinema e teatri e toglierle nei ristoranti dove la maggior parte del tempo si sta senza".