Covid, per la prima volta dal febbraio 2020 vuote le terapie intensive in Lombardia. Bertolaso: "Merito della campagna vaccinale"
17 marzo 2023, ore 22:03 , agg. alle 22:15
Oms: "Stiamo arrivando a quel punto in cui potremo guardare Covid-19 allo stesso modo in cui guardiamo all'influenza stagionale"
Alla vigilia della Giornata per la commemorazione delle vittime del Covid dalla Lombardia arriva una notizia che si attendeva da tre anni: "per la prima volta, dal 20 febbraio 2020, nessun letto di terapia intensiva risulta occupato da pazienti che hanno contratto il virus". Lo ha annunciato l'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. "È sicuramente merito della campagna vaccinale, che ci ha permesso di tornare alla vita, ma anche il segno - ha aggiunto Bertolaso - che sono migliorate anche le cure contro questo maledetto virus, che consentono di evitare che i pazienti colpiti finiscano in terapia intensiva".
OMS: "L'OBBIETTIVO E' GUARDARE IL COVID COME L'INFLUENZA STAGIONALE"
"Io penso che stiamo arrivando a quel punto in cui potremo guardare Covid-19 allo stesso modo in cui guardiamo all'influenza stagionale: una minaccia per la salute, un virus che continuerà a uccidere, ma un virus che non sta sconvolgendo la nostra società o i nostri sistemi ospedalieri. Io credo che succederà quest'anno se il virus continua a evolversi nella direzione in cui si sta evolvendo, cioè quella di un virus che non causa malattie più gravi che potrebbe diventare più trasmissibile ma senza causare malattia più grave". A sottolinearlo è stato Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oggi durante il periodico briefing con la stampa. "Tutte le scommesse sono chiuse - puntualizza Ryan - se dovessimo avere un virus che ha una sfortunata evoluzione" verso la direzione opposta. "Ed è per questo che è straordinariamente importante continuare a tracciare, testare, sequenziare, e vedere come il virus si diffonde nelle nostre comunità". L'esperto spiega nel dettaglio che "quello che resta da vedere è se il virus continuerà ad evolversi. Resta da vedere se possiamo continuare a vaccinare gli ultimi gruppi di non vaccinati in ogni Paese e in questo senso se il virus rappresenterà sempre meno una minaccia per le società". Se esistono le condizioni per poter decretare la fine di questa emergenza internazionale, "è quello che il Comitato di emergenza dell'Oms considererà entro pochi mesi - preannuncia Ryan - quando si incontrerà nuovamente per discutere un parere da fornire al direttore generale Oms. Come ha indicato il Dg Tedros, siamo su una traiettoria positiva".
I DATI SUL COVID IN ITALIA
L'incidenza settimanale dei casi è sostanzialmente stabile, con 38 casi ogni 100mila abitanti, contro i 41 dei 7 giorni precedenti. Lo indica il monitoraggio di Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute. In leggero calo l'indice di trasmissibilità: l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è sceso allo 0,94 dallo 0,97, sotto la soglia epidemica, stabile all'1% anche il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di terapia intensiva; in lieve diminuzione il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, dal 4,7% registrato il 9 marzo al 4,3% del 16 marzo. Nell'ultima settimana ci sono stati 23.730 nuovi casi e 212 decessi.