Crisi, Draghi verso una larga base parlamentare: aprono Berlusconi, Conte e Di Maio, pressing su M5S e Lega

Crisi, Draghi verso una larga base parlamentare: aprono Berlusconi, Conte e Di Maio, pressing su M5S e Lega

Crisi, Draghi verso una larga base parlamentare: aprono Berlusconi, Conte e Di Maio, pressing su M5S e Lega


04 febbraio 2021, ore 20:45 , agg. alle 12:12

Tutti i partiti più piccoli per il sì, le consultazioni si chiudono sabato, ma ci sarà un secondo giro

La strada per la formazione di un governo Draghi comincia ad allargarsi. Nel giorno in cui l'ex governatore della Bce ha inaugurato le proprie consultazioni politiche (ieri aveva incontrato i presidenti delle Camere e il premier uscente) iniziando dai partiti più piccoli (Azione, +Europa, i Radicali, il Partito Socialista, Cambiamo, Noi con l’Italia, l’Udc: tutti a favore) le acque si sono mosse anche e soprattutto tra i big. Era scontato il sostegno del Partito Democratico, ma in ogni caso oggi il premier Nicola Zingaretti l'ha confermato davanti alla direzione del suo partito: "Giudico la personalità di Draghi del tutto solida, è la figura adatta a portare l'Italia fuori dalla paralisi e il Pd può e deve lavorare e adoperarsi per garantire una maggioranza e un profilo programmatico forte per affrontare i problemi che l'Italia ha davanti".

La novità da Conte

Ma la novità fondamentale della giornata è l'invito, di Zingaretti ma soprattutto di Giuseppe Conte, rivolto a tutta la vecchia maggioranza Pd-M5S-Leu a rimanere uniti e a non disperdere "il patrimonio acquisito" negli ultimi 15 mesi. Zingaretti è chiaro: "È stato fondamentale aver mantenuto uno spirito di lealtà e collaborazione con i partiti che hanno votato l'ultima fiducia, con la volontà di salvaguardare un patrimonio politico di tutti. Sarebbe molto importante che tutte le forze dell'alleanza partecipassero convinte a questa nuova alleanza, aperte anche a forze liberali: questo darebbe forza e credibilità al governo agli occhi del mondo". E anche Conte lavora per il governo Draghi, a patto che sia "politico", perché "le risposte di cui ha bisogno il Paese non possono essere tecniche". Insomma, dopo giorni di silenzio e semmai di smentite, il presidente del Consiglio uscente prende la parola proprio poco prima dell'inizio delle consultazioni del suo probabile successore con i partiti, e spinge per un governo politico del quale, trapela tra le sue parole, dovrebbe far parte anche M5S, al quale Conte manda un messaggio per il presente, ma anche per il futuro: "Mi rivolgo agli amici del Movimento 5 Stelle: io ci sono e ci sarò sempre". Subito dopo però Conte allarga il campo: "E agli amici di Pd e Leu dico che abbiamo iniziato un progetto che ha già dato buoni frutti e dobbiamo continuare su questa strada, su un'alleanza sullo sviluppo sostenibile".

Il pressing di Di Maio

Parole quelle di Conte che colpiscono, in positivo, sia M5S che Leu. Luigi Di Maio, a stretto giro di posta, risponde "condivido pienamente la necessità di un forte impulso politico nel governo che andrà a formarsi. Il Movimento 5 Stelle gli è riconoscente e continuerà ad essere protagonista anche grazie a lui". Parole ben diverse da quelle espresse dal reggente politico Vito Crimi e da Beppe Grillo, che inizialmente lasciavano prefigurare un netto 'no' a un governo Draghi. Più attendista rimane Liberi e Uguali, che aspetta l'incontro di domani ma apprezza i passi di oggi.

Il fermento del centrodestra

Anche nel centrodestra la situazione si smuove: Silvio Berlusconi oggi, dove aver riunito Tajani, Gelmini e Bernini, ha lanciato l'endorsement a Draghi: "La scelta del Presidente della Repubblica va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l'unità sostanziale delle migliori energie del Paese". Berlusconi aggiunge poi che "continueremo a confrontarci con i leader del centro-destra, convinti dell'importanza di preservare un'alleanza essenziale per il futuro del Paese": e se Matteo Salvini nel pomeriggio pone un aut-aut ("Draghi scelga tra la Lega e Grillo"), il vicesegretario leghista Giorgetti obietta che "Draghi è il Ronaldo della politica e non può stare in panchina". Nel frattempo, dalle consultazioni di oggi Draghi incassa, come detto, anche l'ok di Più Europa, Radicali e centristi vari: pochi voti, ma che il Conte-ter per esempio non avrebbe avuto. I colloqui termineranno sabato con Lega e 5S, ma ci sarà un secondo giro.


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