11 gennaio 2021, ore 18:00 , agg. alle 09:36
Le misure contro il coronavirus hanno fortemente penalizzato la categoria
Da nord a sud protestano gli esercenti di bar e ristoranti. A Trento "i grembiuli bianchi" di Fipe-Confcommercio, Fiepet-Confesercenti e Associazione dei pubblici esercizi del Trentino, circa 250 imprenditori, si sono dati appuntamento con le loro auto e si sono mossi in corteo fino al Commissariato del Governo. Hanno incontrato il prefetto Sandro Lombardi e gli hanno consegnato simbolicamente i loro grembiuli in segno di protesta per la situazione di stallo creatasi, con orari ristretti e penalizzanti, obblighi e divieti. "La nostra categoria conta in Trentino 3.500 aziende, che con responsabilità e investimenti hanno affrontato la pandemia cercando di rendere sicuri il più possibile i nostri luoghi", dice Marco Fontanari, presidente Fipe. "Ad oggi dopo tante promesse di riapertura e tanti sacrifici il momento di ripartire non è ancora arrivato. Per noi diventa veramente difficile andare avanti se non ci viene permesso il lavoro quotidiano. A fronte dell'impossibilità di lavorare ci aspettiamo che lo Stato ci aiuti, qualcosa è arrivato ma non in maniera sufficiente e nei tempi necessari per dare dignità di vita a imprenditori e lavoratori. Vogliamo riaprire, per dignità ma anche per un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione, che è quello del lavoro".
La risposta delle istituzioni
Il Commissario del Governo Sandro Lombardi ha assicurato che "il vostro documento e la mia relazione verranno inviati già in mattinata ai ministeri competenti affinchè venga fatto un focus sulla situazione della vostra categoria, che è penalizzata al massimo. Chiedo di stringere i denti, è il momento della compattezza e dell'unità, cerchiamo di affrontare i mesi che verranno insieme, con determinazione e orgoglio". A Bari, in Puglia, è stata apparecchiata una tavola con piatti, bicchieri e posate al centro di piazza della Libertà, davanti al palazzo della Prefettura, per chiedere "risposte e ristori immediati". L'iniziativa di protesta è stata organizzata da un gruppo di ristoratori baresi contro le restrizioni alle loro attività imposte dall'emergenza sanitaria. "Cominciamo oggi un presidio a oltranza in un luogo simbolico che abbiamo scelto come punto di incontro - spiega Gianni Del Mastro - . Chiediamo di essere ascoltati, di essere ricevuti dalla prefetta perchè si faccia portavoce con il Governo della nostra disperazione. Dicembre è stato un mese terribile e se non arrivano aiuti a gennaio la metà della nostre attività chiuderà e fallirà". Davanti alla tavola apparecchiata hanno posizionato uno striscione con la scritta "Se falliamo no fallite voi. La ristorazione va tutelata". Per i prossimi giorni annunciano presidi a oltranza e uno sciopero della fame.
Argomenti
coronavirus
covid
incassi
lockdown
protesta in piazza
ristoratori