Dal gelato all'acqua, è l'estate dei rincari, i consumatori segnalano aumenti, e scatta l'allarme per il grano
Dal gelato all'acqua, è l'estate dei rincari, i consumatori segnalano aumenti, e scatta l'allarme per il grano Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
23 luglio 2023, ore 08:00 , agg. alle 11:06
Il caldo intenso porta ad un cambio di abitudini alimentari degli italiani, che consumano più prodotti freschi, ma la modifica della dieta si trasforma in una stangata per i consumatori
L’estate del caldo torrido porta con se un cambio di abitudini alimentari per gli italiani che cercano di più i prodotti freschi come frutta e verdura e meno gli insaccati e alcuni tipi di carne. Ma questa modifica della dieta significa anche una stangata per le tasche dei cittadini, per colpa dei fortissimi rincari che si stanno riscontrando su tutto il territorio. Aumenti che riguardano diversi settori: da pane e pasta alla frutta, alla verdura e al gelato, allo spritz.
La denuncia del Codacons
“Quest'anno preparare pietanze fresche o piatti tipici estivi come la classica insalata di riso, ma anche dissetanti aperitivi come l'intramontabile spritz, risulterà sensibilmente più costoso” denuncia il Codacons, che dati alla mano mostra aumenti del riso + 32% rispetto allo scorso anno, i pomodori costano il 12,8% in più, mentre finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi, carciofi hanno subito un rincaro medio del 23,6%. Le patate oggi costano il 26,9% in più e, sempre secondo l’associazione dei Consumatori, per condire una pietanza con olio d'oliva si spende il 26,7%in più. D’estate poi aumentano i consumi di verdura fresca e per l’acquisto si spende in media il 17,8% in più, con punte del +22% per i cavoli. Non va meglio per chi sceglie la frutta fresca. In questo caso i rincari sono in media dell'8,3% con punte che toccano il 16% per le arance e il 15,2% per uva, kiwi, more, mirtilli. Mangiare un gelato costa il 18,9% in più su base annua, mentre per una birra si spende in media il 13,2% in più. Sale anche il prezzo delle bevande gassate, che aumentano del 19.5%, dei succhi di frutta del 15.8% degli aperitivi alcolici (+10%) e dell’acqua minerale (+11,9%).
Timori per il grano
La preoccupazione di questi giorni è anche quella relativa al grano, dopo che la Russia ha detto stop all’accordo con l’Onu per l'export alimentare dell'Ucraina, i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano. Inoltre il crollo della produzione fino al -60% per gli effetti del clima aggravano la situazione come sottolinea Assoutenti. Il tutto si ripercuote sulle tasche delle famiglie spiega il presidente Furio Truzzi “Un nucleo di 4 persone spende in media in Italia 1.320 euro annui per pane e cereali un aumento dei prezzi al dettaglio del 10% per i prodotti derivati dal grano determinerebbe una maggiore spesa di 132 euro annui a famiglia solo per costi diretti. Un rincaro che si verificherebbe proprio quando i prezzi della pasta, dopo mesi di costante salita, hanno avviato un trend al ribasso, invertendo così la rotta virtuosa a tutto danno dei consumatori che, ricordiamo, consumano ogni anno 23 kg di pasta pro capite" sostiene Truzzi. Sul caro-pasta Assoutenti ha stilato la classifica delle città con i prezzi più alti della pasta. In testa Pescara con una media di 2,50 euro al kg, seguono Cagliari, Genova e Macerata con 2,37 euro al kg. In ultima posizione Cosenza, con 1,47 euro/kg.