19 gennaio 2021, ore 13:20 , agg. alle 16:34
Secondo l'Authority, il gruppo Cts-Eventin-Ticketone avrebbe tenuto condotte che avrebbero impedito la concorrenza di altre società operanti nel settore della vendita di biglietti on line, con conseguenze negative anche per i consumatori. Contro la decisione dell'Antistrust è stato già annunciato ricorso al Tar
L’accusa è di abuso di posizione dominante e la sanzione è pesantissima: 10 milioni di Euro. L’ha stabilità l’Autorità garante della concorrenza a carico del gruppo Cts-Eventim-Ticketone. Secondo l’Authority, il gigante della vendita di biglietti on line per eventi live di musica leggera avrebbe attuato “una complessa strategia abusiva di carattere escludente che ha precluso agli operatori di ticketing concorrenti la possibilità di vendere, con qualsiasi modalità e tramite qualsiasi canale, una quota particolarmente elevata di biglietti”. In particolare, rileva ancora l’Antitrust, Ticketone avrebbe tenuto una serie di condotte tese “alla stipula di contratti di esclusiva con i produttori e gli organizzatori di eventi live di musica leggera, nelle acquisizioni dei promoter nazionali Di and Gi Srl, Friends & Partners SpA, Vertigo Srl e Vivo Concerti Srl, nell'imposizione dell'esclusiva sui promoter locali, nella stipula di accordi commerciali con gli operatori di ticketing di dimensione minore o locale e nei comportamenti di ritorsione e boycott nei confronti del gruppo Zed". Tutti comportamenti che si sarebbero tradotti anche in un danno per in consumatori perché, di fatto, sulla base della sua posizione dominante, Ticketone avrebbe a potuto imporre commissioni di vendita superiori ai più diretti concorrenti e limitando anche la possibilità di scelta tra i diversi operatori del settore.
Ticketone pronta al ricorso al Tar
La risposta del gruppo Cts-Eventim-Ticketone non si è fatta attendere: ha subito annunciato ricorso al tribunale amministrativo contro la decisione dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato che, si legge in un comunicato diffuso dalla società di ticketing, è "manifestamente inappropriata, basata su una definizione del mercato rilevante errata e in violazione di norme imprescindibili in materia". Di tutt’altro tenore il commento di Valeria Arzenton, fondatrice di Zed, che da anni conduce la sua battaglia contro i colossi della vendita di biglietti on line. “Il provvedimento comunicato oggi conferma la veridicità di tutto quanto da me lamentato, in ordine alle pressioni ed ai boicottaggi subiti – dice Arzenton - rappresenta un caposaldo per tutto il settore perché va nella direzione di una generale apertura del mercato". Per la fondatrice di Zed, la decisione dell’Authority rappresenta anche un capitolo importante a tutela dell’imprenditoria femminile: “non è facile per noi fare impresa in questo Paese, nel settore dell'entertainment rimaniamo peraltro un'esigua minoranza, ma l'esito di questa lunga vicenda dimostra che con coraggio e voglia di fare si possono rimuovere gli ostacoli ".