Dani Alves condannato a quattro anni e mezzo di carcere per stupro Photo Credit: agenziafotogramma.it
22 febbraio 2024, ore 12:18
La violenza risale al 2022: oltre al carcere, il calciatore dovrà pagare alla vittima un risarcimento di 150.000 euro
Dani Alves è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere per stupro. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 dicembre 2022, quando l’ex difensore aggredì sessualmente una ragazza di 23 anni in un bagno dell’area riservata della discoteca Sutton di Barcellona.
DANI ALVES, LA CONDANNA A QUATTRO ANNI E MEZZO DI CARCERE
Oltre al carcere, il tribunale di Barcellona ha disposto cinque anni di libertà vigilata dopo la fine della pena, nove anni di obbligo di allontanamento di almeno 1 km di distanza dalla vittima e 150.000 euro di risarcimento dei danni. Alves rischiava una pena massima di 12 anni, chiesti anche dalla pubblica accusa: i legali dell’ex calciatore hanno però ottenuto uno sconto di pena dimostrando che la notte del fatto il loro assistito fosse ubriaco. La sentenza, che è arrivata 15 giorni dopo la conclusione del processo, potrebbe comunque porre fine al caso: il giocatore potrebbe infatti fare ricorso alla Corte Superiore della Catalogna e, nel caso il verdetto non fosse favorevole, alla Corte Suprema. “Abbiamo tempo per rivedere tutto. Siamo soddisfatti, perché è un risultato che riconosce la verità. Siamo soddisfatti per lei e per tutti. Dobbiamo ancora valutare se la gravità della sentenza è adeguata ai fatti”, fa sapere la Procura.
LA DENUNCIA DELLA 23ENNE
L’ex giocatore di Barcellona, Siviglia e Juventus ha già scontato oltre un anno di carcere: la liberazione provvisoria era stata fino ad ora sistematicamente negata dal tribunale a causa dell’alto rischio di fuga del calciatore. Alves, che negli ultimi mesi ha più volte cambiato la sua versione dei fatti dopo aver inizialmente negato la violenza e di non aver “mai visto quella donna in vita mia”, aveva ammesso il rapporto sessuale dichiarando però che fosse consensuale, sostenendo di aver bevuto al punto da non reggersi in piedi –versione sostenuta anche dalla moglie, che nella sua testimonianza ha raccontato di come quella sera di dicembre il marito tornò a casa completamente ubriaco -, mentre la vittima ha sempre mantenuto la sua dichiarazione. A denunciare l’ex difensore non fu solo la 23enne: nel corso del processo anche le sue amiche avevano dichiarato di essere state toccate dal calciatore senza il loro consenso.