07 agosto 2023, ore 16:51 , agg. alle 17:33
Lungo post su Facebook da parte dell'esponente della destra, che nei giorni scorsi aveva escluso la matrice neofascista per la strage alla stazione di Bologna. Fastidio della premier Giorgia Meloni
ARRIVANO LE SCUSE DI DE ANGELIS
Scuse sì, dimissioni no. Marcello De Angelis è tornato sulle sue parole che avevano sollevato un polverone nel giorno dell’anniversario della strage di Bologna. De Angelis, che è stato senatore e ora è il responsabile della comunicazione presso la Regione Lazio, ha avuto stretti contatti con l’estrema destra e sulla bomba alla stazione che 43 anni fa provocò la morte di 85 innocenti ha escluso la matrice neofascista, giudicando sbagliata la condanna dei terroristi neri Mambro, Fioravanti e Ciavardini. “Lo sanno tutti”, aveva chiosato De Angelis, che dunque era andato contro la verità giudiziaria, appoggiata – tra gli altri- anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’uscita ha creato non pochi imbarazzi nel centrodestra e nella squadra di governo. Fastidio per questa uscita trapela dalla premier Giorgia Meloni. La linea di Fratelli d’Italia è: le sentenze si rispettano, ma non è giusto chiedere le dimissioni di Marcello De Angelis. Come detto, le dimissioni per ora non sono arrivate. Ma la bufera non è ancora passata, le opposizioni sono in subbuglio e non si possono escludere novità nei prossimi giorni.
LUNGO POST, MA SENZA DIMISSIONI
Per ora è arrivata una parziale retromarcia. In un lungo post su Facebook De Angelis ha scritto: “Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili. Ho altresì il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l'enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi. I colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista – pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile. Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica".
LA VOLONTA' DI ESPRIMERE UN DUBBIO
Prosegue De Angelis: "In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l'unica mia certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come ''E se fossero innocenti''. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini. Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi".
RISPETTO PER LE VITTIME
De Angelis cerca poi di bilanciare le sue parole esprimendo rispetto per le vittime e fiducia nella giustizia: "Per tutte le vittime della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto, vieppiù per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente. Nel ribadire il mio rispetto per la Magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate. Ho appreso che l'attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l'attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri”.