18 luglio 2018, ore 10:51
agg. 19 luglio 2018, ore 17:19
In audizione alla Camera, il dg di Confindustria, Marcella Panucci
Per gli industriali il provvedimento del governo, pur "perseguendo obiettivi condivisibili", rende "più incerto e imprevedibile il quadro delle regole" per le imprese. L’esame del decreto dignità prosegue nelle audizioni alla Camera delle parti sociali: ieri le valutazioni dei sindacati che su alcune novità introdotte dal provvedimento si sono mostrati critici, temendo l’effetto precarietà, un timore che dall’altro viene condiviso anche da Confindustria che attraverso il direttore generale Marcella Panucci, dice che il ritorno alle causali che il decreto impone per i contratti a tempo a 24 e 36 mesi, finirebbe per limitarli a un anno. Il decreto insomma, secondo le imprese, potrebbe innescare una brusca retromarcia sui processi di riforma che sono stati avviati e generare effetti molto più negativi del previsto. Non piacciono nemmeno le norme sulle delocalizzazioni definite "punitive e poco chiare" . Domani invece audizione del presidente dell’Inps Tito Boeri, le cui posizioni hanno già acceso non poche polemiche nel governo
Da un lato gli industriali, dall’altro il responsabile del Lavoro. E’ duello sul decreto-Dignità. Parte lancia in resta il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, in audizione alla Camera. E sostiene che gli effetti sui contratti saranno 'peggiori delle stime' dell'Inps, già negative, per cui vanno approvati 'alcuni correttivi', a cominciare dalla cancellazione della causale per i rapporti a termine. Dura la replica del vicepremier e ministro Di Maio, per il quale coloro che oggi protestano sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al referendum, ovvero ‘non ci si può fidare di chi fa terrorismo psicologico per impedire di cambiare'