05 giugno 2021, ore 15:28 , agg. alle 19:14
Secondo il figlio della nobildonna, l'uomo, il filippino Manuel Winston Reyes, avrebbe meritato l'ergastolo
Manuel Winston Reyes sarà libero
Manuel Winston Reyes, il filippino, maggiordomo, assassino di Alberica Filo Della Torre, sarà libero dopo 10 anni dalla condanna e a 30 anni dall'omicidio della contessa. L'uomo lascerà il carcere il prossimo 10 ottobre. Per quello che tutti ricordano come il delitto dell'Olgiata e che fu un giallo complicatissimo, la giustizia ha impiegato venti anni per individuare il vero responsabile. Tutto accadde il 10 luglio del 1991 in una villa nella zona residenziale a nord di Roma. Gli inquirenti, come riporta il Messaggero, che ha dato per primo la notizia della scarcerazione, avevano seguito piste sbagliate, senza indagare a fondo sulle prove acquisite. Il vero assassino, Manuel Winston Reyes, maggiordomo licenziato e rancoroso, riuscì a nascondersi per molto tempo. A lui gli inquirenti arrivarono solo nel 2011. L' inchiesta fu riaperta grazie alla tenacia del marito di Alberica Filo Della Torre, Pietro Mattei, che aveva preteso analisi più accurate del Dna. Reyes è stato condannato a 16 anni di reclusione il 14 novembre del 2011, sentenza confermata il 9 ottobre del 2012. L'ex maggiordomo ha poi beneficiato di una serie di sconti che ne hanno ridotto la pena.
Il giorno del delitto
Quel 10 luglio 1991 a Roma il caldo era soffocante. La contessa Alberica Filo della Torre si stava preparando per una festa nella sua villa all'Olgiata per celebrare i dieci anni di matrimonio. Improvvisamente il dramma. La donna fu trovata cadavere in camera da letto. Inizialmente i sospetti coinvolsero due uomini, ma tutto finì nel nulla. Il primo era il figlio di un'insegnante di sostegno che lavorava nella villa, definito una persona violenta. Il secondo era proprio Manuel Winston Reyes, un ex cameriere licenziato perché aveva il vizio dell'alcol. Dopo la loro liberazione, tante sono state le piste seguite dagli inquirenti: complotti, fondi neri, servizi segreti, depistaggi, conti esteri miliardari e tangenti. Poi il vuoto, ma il marito della contessa, Pietro Mattei, non si arrese.
La riapertura dell'inchiesta
Pietro Mattei, nel 2007, riuscì a far riaprire l'inchiesta chiedendo l'analisi del Dna. Due macchie di sangue, una sul lenzuolo con il quale l'omicida aveva avvolto la donna e una sul Rolex della contessa diventarono le prove determinanti contro l'ex maggiordomo. Un indiziato che era davanti agli occhi di tutti sin dall'inizio. "Mi tolgo un peso che mi portavo dietro da vent' anni" disse Manuel Winston Reyes dopo il suo arresto.
Le parole di Manfredi Mattei
"Diciamo che era nell'aria, lo avevamo saputo già un anno e mezzo fa, quando morì nostro padre, quando all'assassino di mamma concessero dei permessi premio". Lo ha detto Manfredi Mattei, figlio della contessa Alberica Filo Della Torre. "Purtroppo - ha aggiunto - stiamo assistendo a una serie di scarcerazioni eccellenti, c' è sicuramente qualcosa che non funziona all'interno della giustizia in Italia. L'assassino di mia madre esce dopo soli 10 anni dalla sua condanna e ce ne sono voluti precedentemente 20 per trovare un responsabile. Responsabile trovato solo grazie alla caparbietà di mio padre. E' normale che qualche domanda te la fai. La pena doveva essere l'ergastolo, e invece è praticamente già fuori. Come me lo spiego? Vado diretto perché mi girano parecchio. Ci sono due pesi e due misure, se sei magari un italiano che si difende da una situazione pericolosa rischi l'ergastolo, se sei un soggetto con altre caratteristiche e uccidi, dopo 10 anni può capitare che sei fuori. Non la metto su connotazioni politiche, certo è che se assisti a casi di persone che scontano tutta la pena e altre no... qualche dubbio ti viene".
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