
Delmastro, la premier Meloni e Fratelli d’Italia fanno quadrato. Ma le opposizioni vanno all'attacco Photo Credit: Agenzia Fotogramma
21 febbraio 2025, ore 15:07 , agg. alle 15:33
Dura anche la replica dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino. I magistrati di Roma hanno semplicemente applicato la legge con onore e responsabilità, come fanno ogni giorno i magistrati italiani”
Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza". Il giorno dopo la condanna in primo grado a otto mesi ad Andrea Delmastro, sottosegretario meloniano alla Giustizia, (rivelò notizie segrete sull’anarchico Cospito) la giunta centrale dell'Associazione nazionale magistrati in una nota replica alle parole di Delmastro pronunciate ieri subito dopo la sentenza: “Non mi dimetto! Verdetto politico. Speriamo ci sia un giudice a Berlino”. L’Anm replica ora: "Per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino. Siamo, tuttavia, confortati dalla consapevolezza che i magistrati del Tribunale di Roma hanno semplicemente applicato la legge con onore e responsabilità, come fanno ogni giorno i magistrati italiani", conclude la nota.
Il premier
“Sconcertata” anche la premier Giorgia Meloni ieri “per la sentenza di condanna del sottosegretario Delmastro, per il quale il pm aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione”. Poi l’affondo sui magistrati: “Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione”. E l’associazione dei magistrati non rimane in silenzio. E aggiunge: "Per dimostrare l'inutilità della separazione delle carriere, basta osservare la vicenda processuale che si è conclusa con la condanna in primo grado del sottosegretario Delmastro. Alla richiesta di archiviazione del pm un giudice ha ordinato l'imputazione, ed alla richiesta di assoluzione di un pm il Tribunale ha pronunciato condanna. Questo dimostra, come l'Anm sostiene da sempre, che il pm può chiedere l'assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da quella del giudice, e che il giudice non è succube del pm". Riferendosi poi alle parole pronunciate ieri dal Guardasigilli Carlo Nordio, l’Anm osserva: “Siamo disorientati nel constatare che il ministro della Giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche".
Le opposizioni
Le opposizioni, intanto, continuano a chiedere le dimissioni del sottosegretario Delmastro. Il deputato dem Andrea Casu, intervenendo nell'aula di Montecitorio prima dell'inizio della discussione generale sul ddl Intercettazioni, fa notare che il sottosegretario leghista Ostellari ha partecipato ai lavori in Commissione" ma "oggi non c'è nessuno" in aula "del ministero della Giustizia perché evidentemente a via Arenula in questo momento non c'è più un ministero della Giustizia, è diventato lo studio degli avvocati difensori di Delmastro". Lo stesso rimarca l'esponente M5S Valentina D'Orso: "Anche io rilevo la presenza della sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Siracusano" facendo notare che "l'assenza di un esponente del ministro della Giustizia oggi è assolutamente un dato politico rilevante". "Non ci venite a mettere la faccia, per quale motivo? Provate imbarazzo, vergogna? State preparando, come dice il collega Casu, la difesa di Delmastro oppure siete tutti disorientati come ha dichiarato ieri il ministro Nordio? - attacca D'Orso - Il Paese non si merita che alla guida del ministero della Giustizia ci sia gente disorientata e inadeguata. A prescindere dall'esito di un processo, l'inadeguatezza di Delmastro è conclamata". A mettere nel mirino Delmastro è anche Casu, ribadendo la richiesta del Pd "di dimissioni" perché "ha dimostrato anche in questa vicenda la sua totale inadeguatezza per svolgere le sue funzioni". A replicare ai due deputati dell'opposizione è stato però l'esponente di FI, Enrico Costa: "Il governo è presente oggi in modo autorevole con la sottosegretaria Siracusano”.
La difesa
Insomma, a difendere Delmastro non è stata soltanto la premier e i colleghi dell'esecutivo, a partire dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che si è detto "disorientato ed addolorato" per una condanna che "colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci", ma tutta la maggioranza. "Una condanna in primo grado non è una sentenza definitiva, non c'è perciò alcuna ragione per cui il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro debba dimettersi", ha affermato Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati. "Solidarietà piena ad Andrea Delmastro, per una sentenza ingiusta che non scalfisce minimamente una persona per bene, un avvocato scrupoloso, un sottosegretario alla giustizia capace e competente. Tutto il resto è noia. Un abbraccio all'amico di tante battaglie: passate, presenti e future", ha poi scritto su X il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti.
Il centrosinistra
Le opposizioni come detto invece hanno invece chiesto in coro le dimissioni chiamando in causa Meloni. "Lo deve far dimettere", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, la quale bolla come "tecnicamente eversive" le reazioni alla sentenza della premier, di Bignami e dello stesso Delmastro. Il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha invece dichiarato che "la principale colpevole di questo grave andazzo e' Meloni che chiedeva le dimissioni di tutti dall'opposizione e ha perso la coerenza da qualche parte a Colle Oppio". Per il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parla di "Repubblica delle banane" aggiungendo che "uno come Delmastro non merita di stare al governo per quello che dice, non per le condanne che prende". Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde ritiene che "questa destra non ha alcun rispetto delle istituzioni e, in questo caso, ha sfruttato il proprio ruolo per divulgare segreti con l'obiettivo di attaccare l'opposizione”. E tutto il centrosinistra al Senato ha scritto una lettera al presidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa per chiedere l'immediata convocazione di una Conferenza dei Capigruppo per calendarizzare "quanto prima" il "Premier time". Citando molte questioni sulle quali invitano Giorgia Meloni a riferire in Parlamento, tra cui in primis "la condanna del viceministro Delmastro, con la conseguente consueta e sgrammaticata reazione del Governo, ancora una volta pronto a scagliarsi contro la Magistratura".